(ACON) Trieste, 13 gen - "Un'accozzaglia di accuse, insulti,
volgarità e insinuazioni squallide. Così possiamo riassumere la
puntata di ieri sera di una nota trasmissione che dovrebbe fare
approfondimento politico ma che, in realtà, sceglie
deliberatamente di precipitare in termini di credibilità agli
occhi degli spettatori, che pagano il canone e si aspettano che
il servizio pubblico faccia informazione e non diffamazione.
Attaccare Silvio Berlusconi, usando pretesti francamente
risibili, è un colpo basso non solo per la politica, ma anche e
soprattutto per chi sceglie di entrare nelle case degli italiani
e propinare maldicenze anonime o firmate da nemici storici. Non è
bastata la sua morte: la persecuzione continua".
Così, in una nota, Andrea Cabibbo, Roberto Novelli e Michele
Lobianco, consiglieri regionale di Forza Italia, nel ricordare il
"Berlusconi visionario, innovatore, uomo di successo, leader
internazionale capace di ridefinire il concetto di carisma.
Nessuno come lui ha saputo vincere qualsiasi sfida gli si parasse
davanti. Come imprenditore, ha anticipato dinamiche che,
all'epoca, erano inimmaginabili, creando decine di migliaia di
posti di lavoro e versando tasse come nessuno in Italia".
"Quattro volte presidente del Consiglio, fondatore di Forza
Italia - proseguono i tre esponenti regionali -, Berlusconi ha
cambiato l'assetto politico dell'Italia introducendo linguaggi
nuovi e facendo della politica un laboratorio di idee. Nel 1994
ha, da solo, sopraffatto la 'gloriosa macchina da guerra' del Pci
e da quel momento ha rappresentato il leader del Centrodestra. Ha
traghettato il fronte dei moderati fuori dalla palude di
Tangentopoli, esorcizzando il rischio che il Pci prendesse in
mano le redini del Paese, con tutti i rischi annessi e connessi
(in parte sperimentati negli anni successivi)".
"Un capitolo a parte - evidenziano i consiglieri forzisti - lo
merita il rapporto tra Silvio Berlusconi e la magistratura. Solo
da deputato è diventato anche imputato. Fino alla sua discesa in
campo in politica, mai la magistratura aveva aperto un solo
fascicolo su di lui. Da quel momento, per oltre 30 volte,
Berlusconi è finito nel mirino delle toghe con accuse pretestuose
e, alla fine, rivelatesi false".
"La verità - concludono Cabibbo, Novelli e Lobianco - è che
nessuno come lui ha saputo combattere contro la criminalità
organizzata, come dimostrano l'inasprimento del 41-bis, la
cattura di latitanti e tutte le azioni finalizzate a confiscare
beni per miliardi di euro alla malavita".
ACON/COM/sm