(ACON) Trieste, 11 gen - "La Regione Friuli Venezia Giulia
avrebbe dovuto, entro 180 giorni dal 2 luglio scorso, emanare una
legge con la quale individuare le aree non idonee per la
collocazione di impianti fotovoltaici. Tuttavia, il disegno di
legge approvato dalla sola Giunta regionale lo scorso 13
dicembre, non è ancora stato consegnato al Consiglio regionale".
Il ritardo viene segnalato, attraverso una nota stampa, dalla
consigliera regionale Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), che
fa esplicito riferimento "ai tempi con i quali la Regione intende
individuare le aree non idonee all'installazione di parchi
fotovoltaici".
"I termini - rimarca l'esponente pentastellata - sono ormai
scaduti! Se solo lo Stato volesse, infatti, potrebbe già attivare
i poteri sostitutivi davanti all'inerzia della Regione ma, di
sicuro, non per avere limiti più restrittivi rispetto quelli
attuali. In ogni caso, anche se il Consiglio regionale avesse
approvato la legge regionale nei termini previsti, la terza legge
regionale in tre anni su questo tema non sarebbe immediatamente
efficace. Come, del resto, non lo sono state le precedenti".
"La nuova norma - precisa Capozzi - stabilisce, infatti, che
nulla cambi fino all'approvazione di un'altra delibera. Alla
Giunta si concedono altri dodici mesi di tempo per individuare la
cartografia delle aree non idonee, sperando che non servano tutti
e dodici. Dopo un passaggio in sede di Commissione, la delibera
rimarrà sul sito della Regione per una trentina di giorni, al
fine di essere oggetto di eventuali osservazioni: solo allora
tornerà davanti all'Esecutivo per il recepimento di quanto
segnalato da cittadini e portatori di interesse. Finito l'iter,
le aree non idonee avranno piena efficacia sugli impianti da
realizzare, ma non su quelli già richiesti o che verranno
richiesti nel frattempo".
"Soltanto in quel momento - sottolinea ancora la rappresentante
del M5S - avrebbero piena efficacia anche i nuovi requisiti per
gli impianti che necessitano di una Valutazione di impatto
ambientale, tra i quali l'accumulo con gli altri parchi della
zona, unica vera innovazione prevista".
"Si tratta di una norma che rischia eventuali impugnazioni
governative, azioni che allungherebbero ulteriormente i tempi e
darebbero ulteriore margine per inoltrare domande. Domande che
non si sono arrestate nemmeno durante il periodo natalizio -
conclude Capozzi - e che sono state presentate per due nuovi
parchi agrovoltaici: un ulteriore impianto a Pradamano da 40 Mw,
più uno tra San Quirino e Montereale Valcellina da 80 Mw".
ACON/COM/sm