SALUTE. MORETTI (PD): PROR, CHIARIRE FUTURO OSPEDALI ISONTINO

(ACON) Trieste, 7 gen - "Il piano oncologico regionale, approvato dalla Giunta a dicembre, pur inserendosi su scelte del passato, accentra alcune attività in maniera non motivata e per certi versi incomprensibile, lasciando preoccupazioni sulla tenuta complessiva e sul futuro degli ospedali spoke dell'isontino. Ciò che lascia pesantemente perplessi sono i rumorosi silenzi dei sindaci di Gorizia e Monfalcone, sulla vicenda del tutto assenti". Lo afferma, in una nota, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti, commentando il piano oncologico regionale approvato dalla Giunta regionale e che ha visto prima della festività l'illustrazione in III Commissione. "In premessa - prosegue Moretti - va detto che il metodo con il quale il piano è stato redatto è scientifico e oggettivo, attento ai principi di sicurezza e al fatto che i protocolli di cura oncologica vengano seguiti nel punto più vicino al paziente, così come positivo è il fatto di voler portare tutta la chirurgia oncologica esclusivamente nel servizio pubblico". "Tuttavia - incalza il dem - come il nostro Gruppo ha già rilevato in Commissione Salute, va ribadito che non può lasciare indifferenti la lettera dei direttori dei dipartimenti chirurgici dei vari ospedali regionali, questione che impone un'ulteriore condivisione con i professionisti. Inoltre, c'è la necessità di chiarire il futuro degli ospedali spoke i quali, vista la concentrazione delle attività per alcune patologie verso gli ospedali hub, potrebbero rischiare un pesante ridimensionamento". Moretti si sofferma sulla situazione degli ospedali isontini: "Il Piano, per buona parte, conferma coerentemente le scelte a suo tempo definite sull'accentramento delle attività di urologia per la prostata e di senologia a Gorizia (con attività da tempo oltre le soglie di legge), però non si comprende perché si vuole accentrare l'attività chirurgica della vescica su Cattinara e non invece su Gorizia (dove da tempo il volume delle attività sono ben maggiori e la soglia degli interventi è superata da almeno tre anni) e allo stesso modo, perché l'attività chirurgica del colon (finora svolta con volumi sopra-soglia sulle due sedi ospedaliere da un'unica equipe con l'impiego di un robot per il quale vi è stata una significativa attività formativa da parte dei medici) non venga lasciata su entrambe le sedi, anziché accentrare l'attività su un'unica sede, quella di Monfalcone", conclude la nota. ACON/COM/mv