(ACON) Trieste, 23 dic - "Affollatissima la marcia per la pace
che si è snodata per le vie di Udine, da Piazza Duomo al carcere
di via Spalato, per i diritti e la dignità delle persone".
Lo fa sapere, in una nota, la consigliera regionale Serena
Pellegrino di Alleanza Verdi Sinistra a margine della
manifestazione svoltasi nel capoluogo friulano nel pomeriggio di
sabato 21 dicembre.
"Moltissime persone si sono riunite per denunciare pacificamente
il contesto in cui versano in generale le carceri in Italia -
prosegue Pellegrino - e nello specifico quella di Udine, dove la
presenza di detenuti ha raggiunto il 200% della capienza della
struttura. Condizione drammatica che si registra nel 'Bel Paese',
con affollamenti, suicidi - 83 fra i carcerati e 7 guardie
penitenziarie solo nel 2024 - condizioni di vita al limite
dell'umano, donne che sono costrette a partorire in carcere e ai
cui figli viene negata ogni forma di dignità e di accesso ai
diritti: questo il bouquet e l'immagine che la nostra società
civile offre e consegna al mondo".
"A questo - incalza la vicepresidente del Gruppo Misto - dobbiamo
aggiungere un pacchetto legislativo che colpevolizza pesantemente
ogni forma di manifestazione, anche quella pacifica, inserendo di
fatto nel nostro ordinamento legislativo il reato di resistenza.
Ogni azione non conforme, come lo sciopero della fame o
l'opposizione passiva viene pesantemente punita da una giustizia
che non trova alcuna corrispondenza nell'applicazione dell'art.
27 della Costituzione che recita che 'le pene non possono
consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono
tendere alla rieducazione del condannato'. Siamo di fronte a
detenzioni sociali e di marginalità dove il fragile, l'immigrato,
la persona ai bordi della società trova sempre più spesso nelle
istituzioni, che hanno il potere di legiferare, il suo più
acerrimo nemico".
"Abbiamo manifestato e continueremo a farlo perché crediamo
fermamente che le persone non debbano essere escluse da un
percorso sociale che vede nella cultura, nell'educazione e nella
rieducazione dei punti fondamentali e strategici di un vivere di
inclusione. Non abbiamo necessità di stigmatizzare e di
emarginare e nel contempo creare sempre più una società
improntata su una dicotomia fra buoni e cattivi, fra bianchi e
neri, fra ricchi e poveri. Tutto ciò ha un unico traguardo -
conclude l'esponente delle Opposizioni - quello di disgregare
alla lunga quella società voluta dai nostri Padri costituenti,
che proviene da quella lotta al fascismo e all'intolleranza
propria del Secolo breve".
ACON/COM/mv