SALUTE. GRUPPO PD: ROR PASSO AVANTI MA ATTENZIONE A OSPEDALI SPOKE

(ACON) Trieste, 20 dic - "La metodologia alla base del piano oncologico è fondata e rappresenta un passo avanti, tuttavia è necessaria maggiore condivisione con i professionisti e attenzione sul destino degli ospedali spoke, che vista la concentrazione delle attività potrebbero rischiare di essere demansionati". Lo affermano, in una nota, i consiglieri regionali Nicola Conficoni, Laura Fasiolo, Manuela Celotti, Francesco Martines e Roberto Cosolini (Pd) a margine della seduta della III Commissione riunita oggi per discutere del piano della Rete oncologica regionale 2025-2027. Secondo Conficoni, "il Piano oncologico è di fondamentale importanza per migliorare la qualità delle cure. Le perplessità espresse dai medici sul documento deliberato dalla Giunta, però, non possono lasciare indifferenti. Le loro preoccupazioni su scelte e tempi di attuazione impongono una pausa di riflessione. Bene che il voto sia stato rimandato probabilmente anche per le divisioni nella maggioranza palesate dagli interventi dei consiglieri di Fratelli d'Italia che hanno suggerito prudenza all'assessore. Importante che il ruolo regionale del Cro di Aviano venga valorizzato". Fasiolo sottolinea la "necessità per i pazienti operati in strutture hub di avvalersi poi del trasporto facile, ossia di strutture di trasporto organizzate e gestite dall'azienda per garantire le visite negli ospedali spoke, vicini a casa, di una organizzata e potenziata rete di telemedicina, di un potenziamento della medicina territoriale". Nel coniugare al meglio ospedale e territorio, Fasiolo auspica che "nella lettura dei dati delle operazioni chirurgiche di oncologia (nello specifico Colon retto) nell'Isontino, fatte su due sedi, Gorizia e Monfalcone, da una medesima equipe, sia fatta come un "volume unico" significativo, e non invece come due diversi volumi poco significativi. "Presto e bene" non stanno insieme, quindi ben venga che, prima della votazione del quadro generale del Piano della rete oncologica, vengano concessi tempi più lunghi al dibattito e al confronto politico". Secondo Celotti, "nella riorganizzazione delle attività chirurgiche oncologiche, l'esigenza di raggiungere i cosiddetti "cut off" deve conciliarsi con quella di mantenere negli ospedali di base le competenze professionali delle chirurgie generali, fondamentali per supportare l'attività dei pronto soccorso. E su questo, se il piano della rete oncologica prevede che nel 2025 le aziende definiscano un piano di accentramento della chirurgia oncologica, le linee per la gestione 2025 non prevedono per le stesse aziende la responsabilità di definire delle contromisure per garantire gli ospedali di base nello svolgimento delle loro funzioni fondamentali. E bisogna anche considerare che ne gli hub, ne gli spoke in cui venisse mantenuta l'urgenza, sarebbero in grado, a oggi, di prendere in carico i maggiori accessi al pronto soccorso e gli interventi chirurgici in urgenza". Fondamentale, aggiunge inoltre, "che le aziende coinvolgano i sindaci, perché attraverso la riorganizzazione della chirurgia oncologica passerà la riorganizzazione della rete ospedaliera e queste decisioni, che avranno impatti importanti rispetto all'offerta di salute garantita ai cittadini, non possono passare sulla testa dei territori senza un confronto". Per Martines, "su questo piano ci giochiamo la credibilità di tutta la sanità regionale. Vanno date risposte ai bisogni reali delle persone che chiedono di trovare una struttura ospedaliera specializzata che intervenga con sicurezza a seguito della quali ci siano gli ospedali del territorio a seguire la fasi successive alle operazioni. All'interno dell'area di competenza dell'Asufc - continua Martines - Udine ha una pesantezza tale che richiede un intervento di alleggerimento senza il quale non potrà avere significato la rete degli ospedali del territorio. In sostanza si tratta di mantenere gli interventi specialistici nel capoluogo e lasciare che gli ospedali spoke si occupino del resto". Secondo Cosolini "la politica si trova in una situazione in cui è inevitabile prendersi responsabilità per garantire ai cittadini la migliore soluzione possibile, anche superando logiche di difesa territoriale. Il cittadino deve poter accedere al centro di eccellenza in regione. L'obiettivo deve essere quello di assicurare l'accesso alle prestazioni che meglio tutelino il diritto alla salute, in particolare in presenza di patologie oncologiche. Bene quindi la concentrazione degli interventi dentro un percorso integrato multidisciplinare che assicura lo stesso approccio indipendentemente dal punto di accesso. Va garantita però la tenuta complessiva degli ospedali spoke, quale sarà il loro futuro e quindi la programmazione della loro sostenibilità. Bene l'obiettivo di portare tutta la chirurgia oncologica nel sistema pubblico", conclude la nota. ACON/COM/mv