(ACON) Trieste, 19 dic - "La prima grande riforma del sistema
penitenziario italiano compie l'anno prossimo 50 anni, eppure il
tempo trascorso non è bastato per trasformare progressivamente le
nostre carceri in un modello moderno e coerente con le proprie
leggi e con quelle di natura internazionale, alle quali l'Italia
ha pure aderito".
Lo afferma in una nota il Garante regionale dei diritti della
persona, Enrico Sbriglia a margine della conferenza dei Garanti
territoriali svoltasi a Roma.
"Questa è l'eredità che è stata lasciata al Governo attuale"
evidenzia Sbriglia, che definisce "sbrigativa e poco
comprensibile la censura rivolta al ddl 1660
Piantedosi-Nordio-Crosetto, non trovando alcuna ragione sul
perche ci si debba esprimere in anticipo, in modo critico, su
provvedimenti legislativi ancora non vigenti, mentre sarebbe
necessario, e non da oggi, concentrarsi sulla mancata attuazione
di norme già in vigore da decenni e mai realmente concretizzate".
Il Garante Fvg entra poi nel merito della recente sentenza della
Corte costituzionale che riconosce il diritto all'affettività
delle persone detenute. "Un diritto, ovviamente, da esercitarsi
in luoghi e contesti idonei, quantomeno dignitosi e igienicamente
salubri, all'interno di una cornice regolamentata. Peccato, però,
constatare che vi siano ancora realtà detentive dove risulta
essere un lusso potersi fare una doccia decente con acqua tiepida
e sufficiente, nonché con la necessaria riservatezza; i bidet in
tanti istituti sono un incomprensibile lusso al quale non si può
accedere".
"Vi sono carceri - rimarca il Garante - dove i servizi igienici
sono a vista, per cui mentre un detenuto defeca, gli altri lo
possono guardare e, in quegli stessi contesti, magari si
preparano cibi su fornelletti a gas butano perché non sono
bastati cinque decenni per dotare le celle, che però si devono
chiamare 'stanze di pernottamento', di modeste piastre a
induzione per riscaldare o cuocere cibi di facile cottura".
"In molte carceri - fa notare ancora il Garante - ci sono
invasioni di cimici da letto, nessun carcere è dotato di
refettori comuni e impianti di aereazione antifumo e frequenti
sono le lamentele dei detenuti sulla qualità e quantità del cibo
somministrato. Gli agenti, di riflesso, convivono con analoghe
situazioni di degrado, altro che affettività"
Sbriglia fa sapere, inoltre, di aver "inoltrato una richiesta al
capo del Dipartimento di amministrazione penitenziaria perché gli
sia consentito di accedere negli istituti cercerari con il
telefono cellulare, allo scopo di poter effettuare delle
fotografie e dei video, nel rispetto delle indicazioni del
direttore e del comandante, per comprovare lo stato reale dei
luoghi alle autorità e intraprendere le più pertinenti
iniziative".
"Si auspica - conclude Sbriglia - che venga accolta, da parte
della Conferenza dei Garanti territoriali e del Garante
nazionale, la proposta di istituire la giornata dedicata agli
errori giudiziari e alle ingiuste detenzioni: la giornata
dovrebbe coincidere con quella dell'arresto di Enzo Tortora, il
17 giugno 1983. In fondo, si tratterebbe di ricordare, almeno una
volta l'anno, le tante persone che hanno sofferto di
malagiustizia".
ACON/COM/sm