(ACON) Trieste, 17 dic - "Il tema degli accorpamenti scolastici
sta creando molto malcontento a Gorizia, da sempre città di
riferimento per il sistema di istruzione provinciale, non solo
degli operatori del mondo della scuola ma anche delle famiglie e
del tessuto economico che gravita intorno alla scuola". Lo
afferma in una nota la consigliera regionale Laura Fasiolo (Pd),
sostenendo che "la decisione di imporre un cambiamento così
grande e impattante, senza alcuna concertazione con gli
stakeholders, non può che essere foriera di problemi e tensioni".
"Del resto - prosgeue la Fasiolo - non è per nulla secondario il
fatto che negli ultimi decenni abbiamo assistito a un importante
ammodernamento e ristrutturazione di numerosi plessi scolastici
della città che, pur essendo perfettamente idonei a rispondere
alle esigenze formative della comunità scolastica, si ritrovano
nel mirino del piano di dismissione e delocalizzazione nel campus
dell'ex ospedale di via Vittorio Veneto: uno spreco di denaro
pubblico e di energie organizzative senza precedenti nella storia
di Gorizia".
La scelta del luogo, continua la dem, "collocato in area
sanitaria e transfrontaliera, adiacente all'ospedale di
empeter-Nova Gorica, potrebbe approdare a soluzioni innovative e
alternative, funzionali alla salute e alla ricerca in tema di
sanità, alla formazione in tema di nuove professioni sanitarie
legate alla telemedicina".
"L'amministrazione comunale cittadina - afferma ancora la
consigliera regionale - dal canto suo volge lo sguardo altrove
dichiarandosi estranea per competenza sulla questione, forse
troppo impegnata a gestire i mal di pancia del piano asfaltature
con Go!2025 alle porte. Pare già dimenticata la passerella del
sindaco Ziberna in pompa magna al cospetto dell'assessore
regionale Amirante a giugno 2023 in cui plaudeva all'intervento
'atteso da vent'anni' come 'il migliore investimento per la
cultura e la formazione'. Oggi assistiamo a uno scenario ben
lontano da quel 'luogo di incontro, inclusivo e democratico' di
cui si parla nel progetto campus di via Vittorio Veneto".
E ancora, aggiunge, "gli istituti scolastici sono oggi i grandi
inascoltati da parte del pilatesco palazzo comunale e dal
manovratore regionale e le sacrosante rivendicazioni e critiche
su ciò che sta accadendo rischiano di non essere nemmeno prese in
considerazione. Saranno chiamati poi gli stessi dirigenti
scolastici a togliere le castagne dal fuoco per gli aspetti
organizzativi e gestionali di una opera complessa e titanica. A
farne le spese sono sempre gli ultimi, quelli che quotidianamente
si prodigano per garantire servizi di qualità per puro senso di
responsabilità e spirito di servizio. Non è accettabile tutto
questo e non può passare sotto silenzio".
L'esponente di Centrosinistra si chiede "perché si sia arrivati
agli accorpamenti. La legge di stabilità del 2023 (la 197 del 29
dicembre 2022) al comma 557 ha innalzato da 600 a 900 il numero
minimo di studenti per riconoscere l'autonomia scolastica
regionale. Sono, tuttavia, previste delle deroghe: scuole situate
in zone montane o nelle piccole isole o caratterizzate da
specificità linguistiche. Quest'ultimo aspetto calza a pennello
per Gorizia. Dunque, perché non avanzare richiesta di deroga
anziché sconvolgere l'organizzazione scolastica del capoluogo
isontino? Ci sono amministratori, nella Maggioranza che governa
Gorizia, che intendono opporsi a questa decisione o sono tutti
passivamente allineati alle decisioni del manovratore triestino?"
"Il Gruppo del Pd in Consiglio regionale e l'Opposizione in
Consiglio comunale - conclude la Fasiolo - sono a fianco delle
famiglie e degli istituti scolastici nella protesta per questa
scelta, verticistica e non concertata, con il mondo della scuola
e sono contrari a manovre di delocalizzazione a Gorizia che sono,
in primis, antieconomiche per investimenti già fatti negli anni
scorsi e irrispettose per il lavoro degli operatori scolastici".
ACON/COM/rcm