(ACON) Trieste, 13 dic - "Il paradosso di finanziare da un lato
un premio dedicato a chi, Almerigo Grilz, ha abbracciato per
tutta la sua vita l'ideologia fascista e al contempo negare
contributi alle amministrazioni e alle associazioni per la
ricorrenza degli 80 anni della fine della Seconda Guerra Mondiale
con cui sono stati sconfitti i nazisti e i loro alleati, dando
vita a una Costituzione i cui valori si basano proprio sui
principi democratici e antifascisti, stride con quanto esprime
quotidianamente l'assessore alla Cultura quando dice che il mondo
della cultura è polifonico e va curato come tale. Ma io ricordo
all'assessore che dare voce a un premio che riesuma ideologie
fasciste non può non preoccupare chi difende da anni la
repubblica democratica italiana".
Così in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino,
(Alleanza Verdi e Sinistra) a margine dell'approvazione
dell'articolo 6 della Legge di Stabilità in materia di Cultura.
"L'assessore Anzil - incalza la Pellegrino - si è prodigato a
difendere ciò che difficilmente può essere difeso, cercando di
far passare il messaggio che 'la cultura deve essere polifonica e
pluralista'. Vorrei ricordare all'assessore, facendo mie le
parole di Friedrich Hegel, che 'Tutto ciò che l'uomo ha imparato
dalla storia, è che dalla storia l'uomo non ha imparato niente' e
pare che la guerra di invasione, i morti, le deportazioni, le
leggi razziali e fascistissime, che hanno visto proprio Trieste
triste testimone, siano non solo un vago ricordo proprio di una
certa parte politica e per nulla condivisa, ma qualcosa su cui
passare rapidamente oltre per approdare a una nuova verità".
"Il revisionismo storico - prosegue l'esponente di Avs - che sta
emergendo sempre più e ovunque su tutto il nostro paese, ma in
particolare nella nostra regione per evidenti connotazioni
geografiche e storiche, da alcuni anni sta un po' alla volta
radicandosi nelle istituzioni che ormai non fanno più mistero di
dare vita a un riesame e rivisitazione dei fatti non tanto sulla
base di nuove evidenze, ma semplicemente per una diversa
interpretazione. Sta diventando un momento di suggestione o di
coagulo, di spinta o di risultato, per una lettura e visione del
passato sempre più spesso finalizzata a un proprio tornaconto".
"la disaffezione qualunquista, che dalla fine della Seconda
Guerra Mondiale non ha mai abbandonato, alla stregua del
fascismo, l'Italia, ha prodotto il fiorire di esperienze che
hanno perseguito una visione liberticida con il taglio puntuale
di pezzi di democrazia e di diritto. La visione sistemica e
democratica, di sussidiarietà e universalistica delle istituzioni
italiane, fondamentale per il rispetto e l'uguaglianza, non può
più essere - conclude Pellegrino - derubricata a orpello o
sofferta sopportazione."
ACON/COM/sm