BILANCIO. PELLEGRINO (AVS): BISOGNA FARE CHIAREZZA SU LAVORI ISONZO

(ACON) Trieste, 12 dic - "È incredibile che l'assessore regionale alla Difesa dell'ambiente possa respingere con un 'No' senza ulteriori spiegazioni l'emendamento alla legge di Stabilità con cui ho tentato di dare una diversa gestione al flusso di denaro pubblico, ormai arrivato con questa finanziaria ad oltre 14 milioni di euro, consegnato al Consorzio di bonifica della Venezia Giulia per i lavori sul fiume Isonzo, sulla carta necessari a risolvere gli scompensi delle portate causati dalla centrale idroelettrica in Slovenia, subito oltre i confine di Stato. Ma questa carta non assomiglia per niente ad un progetto su cui il pubblico e i Comuni possano esprimersi, ancor più precisamente non è un progetto di fattibilità tecnico economica così come richiede il codice degli appalti, sostituito finora da una semplice relazione illustrativa accompagnata da un quadro economico. Siamo tutti consapevoli che le criticità ecologiche dell'Isonzo vanno affrontate per le esigenze dell'agricoltura, ma non solo per quelle: vorremmo avere piena consapevolezza dell'adeguatezza delle scelte progettuali rispetto la conservazione e il miglioramento degli ecosistemi del fiume, il ripristino della biodiversità attraverso infrastrutture verdi, la creazione di nuovi servizi ecosistemici. L'assessore Scoccimarro dice semplicemente no". Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Serena Pellegrino di Alleanza Verdi e Sinistra dichiarandosi "interdetta dal fatto che, sulla questione della mancanza di progetti, condivisi e discussi con il territorio relativamente agli interventi sul fiume Isonzo, le Opposizioni consiliari non abbiano appoggiato quanto proposto con l'emendamento e che si siano astenute, o peggio ancora abbiano votato contro". "Questo lascia perplessi - chiarisce Pellegrino - soprattutto pensando ai Consiglieri che provengono o sono comunque radicati nell'area direttamente interessata dalle ulteriori antropizzazioni dell'Isonzo, dal momento che in I Commissione integrata lo stesso emendamento era stato sostenuto con voto favorevole". "Da parte nostra - prosegue la consigliera di Avs - non c'è alcuna pregiudiziale nei confronti del Consorzio di bonifica ma pare assolutamente imprudente, anche sul piano del diritto nazionale ed eurounitario, che ad un ente economico come il Consorzio di bonifica della Venezia Giulia, che risponde ai suoi associati, cioè ad imprenditori agricoli, si attribuiscano con la formula della delegazione amministrativa competenze e ingenti risorse per opere sull'Isonzo che richiedono l'adempimento del dettato degli articoli 9 e 41 della Costituzione, norme che impongono di tutelare 'l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni' e stabiliscono che l'attività economica pubblica e privata deve essere indirizzata e coordinata anche ai fini ambientali. Ricordo che nella terribile siccità del 2022 l'Isonzo si è prosciugato, a danno dell'ecosistema fluviale, ma i canali irrigui no". "In aggiunta, l'Isonzo è direttamente coinvolto nell'applicazione della Direttiva europea sulla gestione transfrontaliera dei fiumi internazionali - ricorda Pellegrino -, questione da risolvere tra i Governi nazionali, e sarebbe il caso che il ministeri italiani all'Ambiente e agli Affari esteri fossero sollecitati in questo senso da tutte le rappresentanze politiche del Consiglio regionale. Imbarazza il fatto che la Regione è l'ente che delega progetto e opere di propria competenza al Consorzio e sarà poi anche l'ente che provvederà ai procedimenti autorizzatori che sono a carico del Consorzio delegato". "Ci sono molte domande a cui è necessario dare risposta, anche perché proprio oggi, in Aula, l'assessore all'Agricoltura ha detto che la Regione non ha controllo sulle scelte dei Consorzi. Ci chiediamo: perché i progetti che non riusciamo a vedere, ma con riferimento ai quali scorrono i milioni di euro dei contribuenti, sono secretati dalla Regione? O dal Consorzio di bonifica della Venezia Giulia? Non vorremmo che, per leggere dei documenti progettuali e assicurarci della loro coerenza con l'interesse pubblico alla salvaguardia del fiume, i cittadini e i suoi rappresentanti debbano rivolgersi alla Magistratura, e ancor prima alla Corte dei conti", conclude la nota. ACON/COM/mv