(ACON) Trieste, 12 dic - "Dopo il primo positivo segnale con
l'approvazione unanime della mozione che affronta le
problematiche relative al trattamento dei residui vegetali di
sfalci e potature eseguiti dalle aziende che si occupano della
manutenzione del verde, l'ulteriore via libera all'emendamento
trasversale alla legge di Stabilità 2025 da gambe all'impegno
preso dal Consiglio regionale per intervenire per quanto di
competenza regionale nella gestione dei residui, classificati
come rifiuto urbano, che diventano quindi un problema per i
Comuni e per i gestori del servizio di raccolta, oltre che un
costo per cittadini e imprese".
Lo afferma in una nota la consigliera regionale Manuela Celotti
(Pd) a margine dibattito sulla legge di Stabilità 2025.
"È importante che ora la Regione Fvg si attivi con urgenza nei
confronti del Governo e del Mase per affrontare le problematiche
relative al trattamento dei residui vegetali di sfalci e potature
eseguiti dalle imprese che si occupano della manutenzione del
verde. Queste imprese - fa sapere Celotti - sono circa 600 in
Regione e si trovano in grave difficoltà perché la
classificazione di sfalci e potature come rifiuti, urbani o
speciali, sta creando grandissimi problemi al sistema, che, da un
lato vede, un aumento dei costi a carico di imprese, Comuni e
cittadini, e dall'altro la grande difficoltà del sistema di
raccolta dei rifiuti di ricevere le importanti maggiori quantità
di materiale vegetale".
"La nostra regione -, prosegue la consigliera dem , infatti non
ha una rete di impianti sufficiente a fare fronte alle necessità
di conferimento e le aziende devono quindi rivolgersi anche a
impianti fuori territorio, con un aumento considerevole dei costi
di trasporto".
Con la modifica normativa richiesta dall'emendamento, i cui
firmatari sono oltre Celotti, Igor Treleani (Forza Italia),
Andrea Carli e Francesco Martines (Pd) si intende sostenere i
Comuni nella realizzazione di siti di raccolta o nell'ampliamento
delle ecopiazzole già attive, considerata la modifica,
recentemente discussa in Senato, che assimila ai rifiuti urbani
quelli verdi prodotti dall'attività di cura e manutenzione del
paesaggio e del verde pubblico e privato realizzati dalle imprese
del settore.
"Rimane comunque un assurdo - conclude Celotti -, peraltro
ingiustificatamente costoso, il fatto che lo stesso materiale, se
prodotto in ambito forestale o agricolo può contribuire alla
filiera virtuosa della valorizzazione energetica, mentre se
prodotto in ambito urbano o da imprese di servizio, diventa un
rifiuto, determinando costi enormi per l'intero sistema".
ACON/COM/sm