(ACON) Trieste, 10 dic - Tanta confusione e numerosi vuoti,
nella manovra e nei progetti di Giunta e Centrodestra, per
Manuela Celotti (Pd) intervenuta in Aula sul disegno di legge di
Stabilità 2025. La consigliera ha chiesto quali siano i risultati
attesi nei prossimi anni da così tanti fondi quanto a lotta alla
denatalità, all'invecchiamento della popolazione, alla fuga dei
giovani. Quali le politiche per fronteggiare la poca attrattività
della regione, il suo lento sviluppo rispetto ad altre realtà,
una transizione ecologica non sostenibile perché esclude diverse
fasce di popolazione. E poi a quando le attese e promesse riforme
per commercio, turismo, sistema sanitario, welfare territoriale,
autonomie locali con nuove Province.
Primo punto, per Enrico Bullian (Patto per l'Autonomia-Civica
Fvg), ripensare gli strumenti della pressione fiscale da un lato
riducendo l'addizionale regionale Irpef e dall'altra rendendola
più progressiva. Secondo, la riorganizzazione del Ssr ancora
latita: sapere, per il 2025, come si specializzano i singoli
ospedali, dove si concentrano gli interventi. "Terzo, transizione
ecologica ed energetica: individuare le aree idonee al
fotovoltaico a terra, ma soprattutto le non idonee; chiediamo sia
reintrodotto il finanziamento ai privati che c'era fino al 2021
per l'acquisto delle auto a basso impatto ambientale, esattamente
come previsto in legge per i natanti".
Dal consigliere anche altre richieste: contro la povertà,
proporrà una misura strutturata che intervenga attraverso gli
ambiti socioassistenziali dei Comuni; per la cultura un sostegno
per gli 80 anni per la liberazione dal nazifascismo e uno sulla
figura di Loris Fortuna; per la reintroduzione delle Province che
ci sia concertazione.
"La Giunta ha fatto per la sanità lo sforzo che noi avevamo
chiesto un anno fa: bene, però adesso - ha detto Roberto Cosolini
(Pd) - vorremmo che entrasse più nel merito di come queste
risorse diventano risposte efficaci ai bisogni della popolazione,
ovvero conoscere e condividere le linee di gestione". Per il dem,
che ha anche menzionato le decisioni del Centrodestra quanto
all'offerta ospedaliera triestina annunciando un emendamento
chiarificatore, "nella Nota al Documento di economia e finanza
(Nadefr) c'è fin troppo ottimismo sul futuro della regione,
perché non si tengono in debito conto le ripercussioni che
registriamo e registreremo a causa delle guerre e delle crisi
internazionali, mentre serve più innovazione e maggiore
defiscalizzazione per le nostre imprese, e parimenti un piano
integrato per il manifatturiero".
"Non si ricordano le famiglie in condizioni di povertà assoluta,
i lavoratori in cassa integrazione, il record di occupati grazie
a contratti precari, i divari salariali tra uomini e donne", è
stata l'accusa di Rosaria Capozzi (M5S), il cui intervento si può
riassumere in "manovra ricca, ma dall'efficacia dubbia per
cittadini e imprese". La consigliera ha, infatti, parlato di
misure che suscitano "forti contrarietà. Come, per esempio, il
rifinanziamento al premio Almerigo Grilz o alcuni passaggi nella
Nadref sulle Province, sulle quali ancora nulla si sa in merito
alla loro istituzione e alle funzioni che verranno loro
delegate". Ma anche di insufficienti fondi alle domande delle
imprese per l'acquisto di impianti fotovoltaici.
Dalla pentastellata anche alcune richieste: l'agevolazione
tariffaria delle mense scolastiche; uno sgravio dell'Irap alle
imprese dove sussiste la parità di genere; l'incremento dei fondi
per il Servizio civile solidale; che sia istituzionalizzato il
dibattito pubblico sugli interventi per il Tagliamento.
Da Diego Moretti (Pd) le stoccate finali: sull'ammontare non
giustificato di risorse che alcuni emendamenti vogliono destinare
al territorio pordenonese; sull'operato di chi, dal 2008 al 2013,
ha costruito un sistema di recupero fiscale e di risoluzione del
debito regionale di cui il Fvg gode ancora oggi; sulla mancanza
di priorità e attenzione a determinati temi nonostante le grandi
disponibilità di cassa. "Dei quasi 200 emendamenti che
presenteremo, pochissimi sono puntuali mentre moltissimi hanno
rilievo politico. Perché su alcuni settori - ha ribadito - serve
coraggio, osare nel senso di definire le priorità, che in questa
manovra non ci sono".
Il presidente Mauro Bordin ha quindi dichiarato conclusa la
seduta, i lavori sulla manovra di bilancio riprenderanno domani
alle 10.
ACON/RCM