BILANCIO. PUTTO (PAT-CIV): MANOVRA RICCA MA NON PER LE FASCE DEBOLI

(ACON) Trieste, 10 dic - "Le cospicue entrate di cui dispone oggi la Regione sono principalmente il frutto del gettito fiscale derivante dal lavoro dei cittadini e delle aziende, raggiungendo la cifra record di 6,241 miliardi di euro: le entrate tributarie sono incrementate del 23% rispetto a soli due anni fa e del 9% rispetto allo scorso anno, con oltre mezzo miliardo di euro in più". Lo afferma, in una nota, il consigliere regionale del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg Marco Putto. "Queste risorse sono equamente destinate e ben redistribuite al punto che le diverse categorie sociali, a partire dai più fragili, ne possano beneficiare? Crediamo di no - prosegue Putto - e se è vero che sarebbe ingiusto criticare molte misure adottate che, anche in Commissione, abbiamo apprezzato in quanto migliorative rispetto alla situazione attuale (peraltro molto spesso frutto delle proposte delle opposizioni, prima bocciate ma poi accolte a distanza di tempo), è altrettanto vero che là fuori, nel mondo reale, la stragrande maggioranza non solo non vede questa ricchezza, ma soprattutto non ne beneficia: vengono privilegiati quanti hanno già capitali e risorse, come ad esempio i proprietari di case beneficiati dalla riduzione dell'Ilia sulle seconde case, ma non si vedono interventi incisivi in favore di chi ha redditi più bassi, che però maggiormente incide nell'alimentare le casse regionali. A nostro avviso come il Governo, la Regione non affronta in modo adeguato i nodi legati alle politiche industriali, alla sanità, al potere d'acquisto che si riduce". "Il capitolo della Salute - ricorda l'esponente dei civici -, che con i suoi 3,56 miliardi di euro drena ben il 57% delle risorse a bilancio, nonostante l'apprezzato irrobustimento del fondo sociale, dei Fap, dei 2 milioni sui Piani di zona, del fondo per la disabilità e del fondo di 27 milioni destinato ai rinnovi contrattuali (che dopo le nostre ripetute richieste è stato finalmente istituito), vede profilarsi un quadro preoccupante in Friuli Venezia Giulia: i dati del rapporto Agenas evidenziano un sistema sanitario regionale segnato da diversi ritardi, nonostante i numerosi e continuai annunci, con indici che segnalano mancanza di rinnovamento tecnologico e scarsa capacità di gestione, oltre a significative difficoltà nella riduzione delle liste d'attesa. Rileviamo con rammarico che le linee di gestione delle aziende sanitarie per il 2025 non sono ancora state approvate dalla Giunta. Ci troveremo anche in questo caso, nonostante le aumentate risorse, a dover operare in corso d'anno ripianamenti a piè di lista come negli anni passati? Dopo sei anni e mezzo di governo di questa giunta regionale possiamo dire con certezza che ancora mancano adeguate scelte gestionali, sulle quali la politica latita a dare risposte". "Anche le Autonomie locali sono state investite di ingenti risorse (oltre 675 milioni assieme a funzione pubblica e sicurezza) e sono apprezzabili, in particolare, le aperture su due nostre storiche proposte: la prima riguarda la previsione, in vista della reintroduzione delle Province in Friuli Venezia Giulia, che queste possano supportare i Comuni anche mediante l'assunzione di funzioni comunali attribuite per delega volontaria - sottolinea il consigliere delle Opposizioni -. Le nuove Province, di cui come noto non sentiamo lo stretto bisogno, potranno essere utili solo se affronteranno il vero nodo che affligge gli enti locali, ovvero quello della mancanza di personale nei Comuni per l'erogazione dei servizi essenziali, e se a questi presupposti seguiranno adeguate misure operative, non faremo mancare il nostro apporto costruttivo di idee e proposte. La seconda è un'istanza che da inizio mandato abbiamo più volte avanzato e che, pur se tardivamente, è stata recepita: nel 2025 verranno assegnate maggiori risorse alle Comunità volontarie, per incentivare i Comuni che scelgono di conferirne almeno 3 funzioni". "È ormai evidente, quindi, che la battaglia ideologica che questa Maggioranza ha cavalcato per segnare la fine delle Uti - ribadisce l'esponente dei civici - non ha lasciato sul campo un miglioramento della situazione generale nella vita degli enti locali, anzi, negli ultimi anni le condizioni dei Comuni sono addirittura peggiorate, a discapito dei servizi al cittadino: le misure di sostegno e valorizzazione economica, soprattutto per i piccoli Comuni, sono ancora insufficienti, resta da approvare il mansionario per le progressioni verticali e non si vuol dare seguito all'equiparazione degli stipendi e del sistema welfare tra Regioni e Comuni; solo se faremo ciò potremo contrastare il forte calo di personale nei Comuni (meno 15% in 8 anni) a fronte dell'aumento del personale in Regione (più 23% nello stesso periodo). Oltre a ciò, sullo sfondo, permangono le nostre forti perplessità, nonché la censura politica, sulle modalità di gestione dell'istituto della concertazione, ancora troppo legato a logiche di parte e non ai veri bisogni dei Comuni richiedenti". "Significative senza dubbio, anche le risorse allocate per l'ambiente (circa 200 milioni di euro) e infrastrutture (594 milioni) - rimarca Putto -, seppure restano irrisolte o vagamente definite questioni cruciali come i nodi sulle politiche abitative, le modalità di realizzazione delle opere a salvaguardia dalle piene del fiume Tagliamento, lo sghiaiamento del lago di Barcis e il tracciato della Cimpello-Sequals-Gemona. Voglio ricordare, inoltre, il permanere delle difficoltà di accesso ai 70 milioni di euro stanziati per la realizzazione di impianti fotovoltaici e d'accumulo privati per coloro che non sono in grado di permettersi di anticipare le spese, anche al netto del successivo, ma per loro purtroppo inefficace, contributo regionale del 40%. E anche questo ci riporta alle premesse di questo mio intervento, corroborando la tesi secondo la quale la ricchezza di questa manovra non è affatto ben redistribuita". "Rammento all'Aula che nel prossimo ventennio si prevedono in Friuli Venezia Giulia oltre 100mila persone in meno in età lavorativa, con un impatto notevole sul sistema economico, formativo, sanitario, sociale e istituzionale: o saremo in grado di affrontare con anticipo e in modo strutturale questi grandi temi oppure, se non agiremo per tempo, manovre così ricche costituiranno nella migliore delle ipotesi un ricordo, nelle peggiori un rimpianto", conclude la nota. ACON/COM/mv