(ACON) Trieste, 9 dic - "La modifica alla normativa sui
ricongiungimenti familiari (ottenuta con il voto di fiducia) che
aumenta da uno a due gli anni di permanenza per poter chiedere il
ricongiungimento del proprio coniuge o del proprio fratello o
sorella è una misura sbagliata, inutilmente demagogica e inumana,
che ricorda quello che hanno sofferto negli anni '50 gli
emigranti italiani in Belgio o Svizzera, quando si trovavano
costretti a nascondere moglie e figli per non farli rimpatriare".
Lo affermano, in una nota, i consiglieri regionali Enrico Bullian
(Patto per l'Autonomia-Civica Fvg) e Diego Moretti (Pd).
"Quella modificata era una misura che accelerava l'inclusione e
la coesione delle famiglie sul territorio - proseguono Bullian e
Moretti -, e permetteva una serenità al lavoratore tale da poter
programmare anche il proprio futuro. Inoltre è una misura che
impedirà un aumento dei consumi, il che significa minori introiti
per le casse di Stato e Regioni. Valeva la pena fare tutto ciò
solo in nome di un furore ideologico sbagliato?
Siamo esterrefatti che proprio le forze politiche che più
enfatizzano la famiglia come nucleo fondante della società, la
considerino tale solo quando è quella italiana, mentre ciò non
vale per quelle degli stranieri".
"Quelle sono figlie di un Dio minore e l'impegno politico si
spreca addirittura nella direzione contraria, ostacolandone la
ricostituzione in Italia. È una condanna a una prolungata
solitudine - aggiungono gli esponenti delle Opposizioni -, a una
dolorosa separazione forzata per i coniugi e i figli che
rimarranno lontani dal genitore emigrato. Ricordiamo, peraltro,
che il ricongiungimento famigliare è un istituto che si applica
solo nei casi di immigrazione assolutamente regolare, sulla
quale, a parole, siamo tutti d'accordo; la norma penalizza
proprio i migranti occupati che, a livello retorico, dovrebbero
essere tutelati e rappresentare una risorsa per il nostro Paese".
"La Destra è ferma a una visione barbara verso l'immigrazione -
incalzano i consiglieri di Centrosinistra -, limitata alla
fornitura di braccia, ma con il minimo riconoscimento di diritti
ed esigenze umane: rimane vero quanto si diceva per gli italiani
emigranti, 'volevamo braccia, sono arrivate famiglie'. Vivere in
famiglia è un'esigenza umana incoercibile, rafforza la coesione
sociale e favorisce l'integrazione".
"È opportuno chiedere alla Destra promotrice della norma:
comportamenti come risse, ubriachezza, schiamazzi, ricorso alla
prostituzione, secondo voi salgono o scendono laddove si rendono
più complicati i ricongiungimenti famigliari? Senza contare il
contributo demografico delle famiglie immigrate all'esangue
natalità italiana, ai consumi, al salvataggio di scuole e posti
di lavoro di insegnanti e personale scolastico, dei punti
nascita, della sostenibilità delle pensioni. Queste cattiverie
gratuite della Destra verso gli immigrati portano a effetti
negativi per tutta la società italiana", concludono Moretti e
Bullian.
ACON/COM/mv