L'intervento dell'assessore nella seduta odierna del Consiglio
comunale a Gorizia
Gorizia, 4 dic - "Il tema del rapporto tra medicina generale e
sanità pubblica rappresenta una problematica che investe l'intero
Paese, dove, ad oggi, mancano più di 65mila medici e 20mila
infermieri. Davanti a questa complessità, l'intercettazione del
bisogno salute deve essere perseguita attraverso il potenziamento
della medicina territoriale. In questo contesto, le Case della
comunità possono essere la risposta in grado di dare al cittadino
un'assistenza costante: la sfida da affrontare sta nel popolare
queste strutture con un sistema professionale qualificato".
Lo ha detto l'assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi,
intervenendo nella seduta odierna del Consiglio comunale a
Gorizia a cui ha preso parte anche il direttore generale di Asugi
Antonio Poggiana.
Tra le numerose tematiche discusse rientra, in particolare, il
problema legato alla carenza di medici di base nel territorio
isontino e all'istituzione degli Ambulatori sperimentali di
assistenza primaria (Asap) per fare fronte alla situazione
emergenziale. Su questo aspetto, Riccardi ha evidenziato la
necessità di "implementare un servizio di trasporto pubblico per
i pazienti fragili, con riferimento specialmente alle aree più
periferiche del territorio".
"La mancanza di personale medico determina che sia il
professionista a decidere dove andare a lavorare e che la scelta
cada, nella maggior parte dei casi, sulle organizzazioni più
complesse e con maggiori casistiche - ha analizzato l'esponente
della Giunta -. È anche di fronte a tale carenza che diventa
fondamentale specializzare le strutture ospedaliere e potenziare
la sanità territoriale, in coerenza con i bisogni dei cittadini e
ponendo attenzione all'elemento della prossimità. Non chiuderemo
alcun ospedale, ma non possiamo pensare che ognuno di essi svolga
le medesime funzioni".
L'assessore ha posto l'accento sull'eccessiva frammentazione del
sistema sanitario, sul sensibile aumento dell'inappropriatezza
prescrittiva e sui mutati bisogni di salute a cui l'impianto
organizzativo non ha saputo adattarsi negli ultimi 30 anni.
"Prendendo atto della costante crescita dell'aspettativa di vita,
all'invecchiamento della popolazione - ha sostenuto Riccardi -
servono maggiori sforzi nella risposta alle acuzie e nel fornire
prestazioni che soddisfino sempre più anche i bisogni sociali dei
cittadini".
ARC/TOF/al