(ACON) Trieste, 29 nov - "Il superamento della frammentazione
della gestione dei servizi idrici e dei rifiuti è un passo
necessario che, seppur condiviso, non trova il giusto seguito
nella legge di Stabilità. Così si perde un'ottima occasione per
dare gambe a un percorso tanto atteso quanto necessario".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale Francesco
Martines (Pd) a margine della seduta della I Commissione
integrata riunitasi oggi per l'esame del Bilancio 2025.
"Questo percorso di aggregazione, sul quale siamo tutti
d'accordo, è in linea con le previsioni della legge 5 del 2016,
seppure sia in ritardo a causa dei cinque anni di immobilismo del
Centrodestra. Nei mesi scorsi - continua Martines - si era
finalmente cominciata a percepire la volontà politica di fare
degli importanti passi verso il gestore unico. A fronte della più
ricca manovra di bilancio della storia del Fvg, ci troviamo però,
con poche risorse stanziate per traguardare questo importante
obiettivo".
Tra le società che operano nel ciclo dei rifiuti, ricorda
Martines, "c'è una grande attivismo per avviare un percorso di
aggregazione, ma allo stesso tempo si guarda alla Regione
affinché fornisca non solo un quadro normativo, ma anche risorse
che possano dare maggior forza ai bilanci delle stesse società,
in modo tale da agevolare tutte le forme di "matrimoni societari".
Le aggregazioni, ricorda l'esponente dem, "vanno fatte
nell'interesse dei cittadini, cercando di capire quali sono le
forme migliori per gestire meglio i servizi pubblici che
riguardano il servizio idrico integrato e i rifiuti, sui quali ci
sono grandissimi interessi da parte dei privati. L'obiettivo è
certo condiviso, ma senza gambe non si può pensare di procedere".
In questa finanziaria viene aggiunto un milione ai quattro già
stanziati, "tuttavia è necessario - afferma il consigliere di
Opposizione -, come promesso in Commissione che si provveda con
un ulteriore iniezione di fondi nelle prossime leggi di
assestamento, affinché le società più deboli patrimonialmente
possano trovare positivi stimoli e pari dignità nei progetti
aggregativi, magari con nuove norme giuridiche che salvaguardino
le concessioni e permettano varietà negli accordi di fusione".
Infine, conclude Martines affermando che "se vogliamo tenere
questi servizi pubblici in house, dove i Comuni mantengono il
totale controllo delle società ed evitare di finire in mano a
società quotate in borsa, non c'è altra strada se non quella di
accompagnare con normative adeguate e risorse consistenti tale
processo".
ACON/COM/sm