Università: Rosolen, reputazione accademica Uniud è orgoglio nazionale

All'attrattività degli Atenei deve rispondere quella dei territori Udine, 25 nov - "La reputazione accademica delle nostre università è molto alta, come lo sono le opportunità di lavoro post lauream, le reti accademiche e di ricerca. La reputazione accademica dell'università di Udine è un orgoglio nazionale e i dati positivi dell'occupazione in Friuli Venezia Giulia sono tali grazie anche al ruolo della sua offerta didattica. Gli investimenti in università, istruzione e formazione sono gli spazi di autonomia meglio spesi, quelli con cui riusciamo a garantire pienamente il futuro alla nostra regione". Lo ha detto l'assessore regionale al Lavoro, istruzione, formazione, Università, ricerca e famiglia Alessia Rosolen intervenendo oggi pomeriggio all'inaugurazione del 47mo anno accademico dell'Università di Udine che si è svolto nell'Aula "Marzio Strassoldo" della sede di via Tomadini, alla presenza, tra gli altri, del Presidente del Consiglio regionale Mauro Bordin e dei rappresentanti delle Università ospiti tra cui Università Trieste, Sissa, Ateneo di Padova, Università Ca'Foscari e Iuav di Venezia. "La velocità con cui le cose avvengono è il dato che caratterizza il nostro tempo e questo ci impone sfide nuove. Il mantenimento della coesione e delle nostre strutture sociali sono obiettivi a cui concorre anche l'Università. L'investimento in conoscenza è il futuro" ha sottolineato Rosolen, mettendo poi l'accento su un fenomeno crescente negli ultimi dati statistici: "le università italiane, comprese le nostre, diventano sempre più attrattive per gli studenti stranieri, cittadini del mondo su cui investiamo in maniera importantissima e che molto spesso poi abbandonano il nostro Paese". Rispetto al tema dell'attrattività, Rosolen ha quindi voluto ribadire che "non dobbiamo far credere ai nostri giovani che non hanno altra scelta che studiare, perfezionarsi e vivere e lavorare all'estero, altrimenti non daremo la risposta necessaria all'allarmante dato della denatalità che mette a rischio il mantenimento della società così come l'abbiamo conosciuta finora; su questo tema ci vogliono politiche rigorose". "La risposta della Regione - ha detto l'assessore - è negli investimenti e nel supporto al diritto allo studio con il cento per cento delle borse di studio ai meritevoli e ai bisognosi (con Isee inferiore ai 27mila euro). Abbiamo investito sugli alloggi pubblici, sulle sedi territoriali, come nel caso del nuovo polo di Pordenone, del polo medicale di piazzale Kolbe a Udine, dei nuovi alloggi". L'anno accademico 2024 - '25 dell'Ateneo di Udine si proietta a superare i 4800 iscritti al primo anno, con un incremento del 10 per cento degli iscritti alle lauree magistrali. Complessivamente, nell'anno accademico '23-'24 sono stati 14.345 gli studenti e 692 i docenti e ricercatori; 321 dottorandi, 548 specializzandi, perlopiù in Medicina, 573 dirigenti, tecnici, amministrativi ed esperti linguistici. Nella sua prolusione il rettore Roberto Pinton, giunto al termine del quinquennio di rettorato, ha da subito ricordato l'impegno dell'Ateneo di Udine nel contrasto a tutte le violenze e in particolare alla violenza di genere nella giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Con riferimento alle strutture didattiche, prosegue la realizzazione del nuovo polo medico in piazzale Kolbe, intervento sostenuto dalla Regione con l'Agenzia regionale per il diritto allo studio (Ardis). Nel 2024 è stato completato il secondo progetto di efficientamento energetico da fonti rinnovabili. Dall'anno prossimo, con l'entrata a regime degli impianti, è attesa una riduzione dei consumi di circa 800mial kilowatt rispetto al 2023. Alla relazione del rettore sono seguiti gli interventi della rappresentante degli studenti Rachele Ughetti, del rappresentante del personale tecnico, amministrativo, bibliotecario e linguistico Loris Menegon. La lectio magistralis è stata svolta da Maurizio Martina, direttore generale aggiunto dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (Fao), sul tema "Obiettivo Fame Zero nel 2030: stiamo perdendo la sfida? L'insicurezza alimentare al tempo delle policrisi", mentre Stefano Grimaz, titolare della cattedra Unesco in sicurezza intersettoriale per la riduzione dei rischi di disastro ha svolto un intervento su "Resilienza: una sfida per lo sviluppo sostenibile". ARC/SSA/gg