Gorizia, 27 mar - La riqualificazione di piazza Sant'Antonio a Gorizia, cuore medievale della città, rappresenta un esempio di come "la Pubblica amministrazione e le energie imprenditoriali possano, assieme, costruire le premesse per guardare con fiducia al futuro". Lo ha detto il presidente della Regione Renzo Tondo che oggi a Gorizia, a fianco del sindaco Ettore Romoli, ha tagliato il nastro inaugurale della rinnovata piazza. Alla cerimonia, alla quale hanno assistito numerosi cittadini, erano presenti anche il parlamentare Ferruccio Saro, i consiglieri regionali Gaetano Valenti e Roberto Marin, autorità e amministratori locali, sindaci di diversi Comuni dell'Isontino. Nel suo intervento, Romoli ha ricordato come piazza Sant'Antonio, un'opera realizzata grazie a un finanziamento della Regione di oltre 1,3 milioni di euro, rappresenti un tassello di un più ampio progetto di riqualificazione "perché una città senza il suo centro storico è una città senza anima e senza radici". Piazza Sant'Antonio era una delle aree più degradate di Gorizia, priva ormai di funzioni economiche, e ora si rianima perché, accanto e assieme all'intervento del Comune, si sono insediate nuove attività nei settori commerciale e alberghiero, un segnale di come sia possibile - secondo il sindaco - "superare la retorica del declino per guardare al futuro di Gorizia". Il presidente Tondo, nel suo saluto alla cerimonia di inaugurazione, ha ricordato che il finanziamento per il progetto della piazza era stato deliberato dalla precedente Amministrazione regionale, e ciò dimostra che "sulle cose importanti vi è continuità di indirizzo". Il presidente ha osservato che, sul fronte della crisi, si registrano incoraggianti segnali di inversione di tendenza. "Ma per coglierli pienamente - ha detto - occorre che siano sostenuti da adeguate azioni politiche e imprenditoriali". La riqualificazione del centro storico va proprio in questa direzione, secondo Tondo, tenendo conto che i dati positivi sul turismo in Friuli Venezia Giulia (un incremento del 2 per cento, a fronte di una calo di 4 punti su scala nazionale) si spiegano proprio con la capacità di attrazione delle città d'arte regionali. "È proprio nei momenti difficili come questo - ha concluso - che bisogna proiettare lo sguardo in avanti". ARC/PF