NUCLEARE MILITARE. AULA BOCCIA MOZIONE PELLEGRINO SU DIPLOMAZIA PACE

(ACON) Trieste, 30 ott - Una recente esercitazione tra mar Baltico e mar Nero di sottomarini nucleari e missili intercontinentali russi, contrapposta alla manovra nucleare Nato Steadfast Noon fra mare Adriatico e Croazia, "ha coinvolto la base di Aviano dove stazionano le nuove bombe nucleari B61-12 teleguidate, e il porto militare di Trieste ove ha attraccato la portaerei nucleare Ford prima di salpare verso Israele". È questa la notizia che ha spinto Serena Pellegrino (Avs) a proporre una mozione - sottoscritta dai colleghi del Gruppo Misto Rosaria Capozzi (M5S) e Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) nonché dai consiglieri dem Francesco Martines, Massimo Mentil e Laura Fasiolo, ma condivisa in Aula da tutta l'opposizione - che chiede alla Giunta di "intraprendere una diplomazia attiva di pace" e di "riaffermare quanto espresso nella proposta di legge costituzionale per la riforma dello Statuto, e cioè che il Friuli Venezia Giulia persegue una politica di pace e di dialogo con tutti i popoli, promuove la cooperazione internazionale, ripudia la guerra". Ma il testo è stato respinto in modo netto dal Centrodestra, che con gli interventi dei capigruppo Claudio Giacomelli (Fratelli d'Italia) e Antonio Calligaris (Lega) ha ricordato sul piano del diritto che la Regione non può intraprendere azioni diplomatiche e rapporti internazionali "che sono riserva esclusiva dello Stato", e sul piano della strategia politica che "la pace auspicata da tutti non può arrivare con un disarmo unilaterale". La posizione di chi ha proposto la mozione trae forza invece - come ha spiegato in Aula ancora Pellegrino - dai rischi che correrebbe il territorio regionale. "La presenza della base militare Usa di Aviano - ha detto la consigliera di Avs - ci rende un obiettivo sensibile: lì dentro ci sono armi atomiche, mai dichiarate ma neppure negate. E nel giro di pochi minuti, anche domani mattina, il mondo attorno a noi potrebbe diventare un incubo come quello che vediamo nei telegiornali". Sulla stessa linea gli altri firmatari: Honsell (che ha auspicato anche "un rifinanziamento della legge sulla pace votata a suo tempo da questo Consiglio"), Capozzi (che ha parlato di "un rischio concreto di ulteriore escalation") e Fasiolo, che ha richiamato in particolare l'articolo 11 della Costituzione con il suo ripudio della guerra. Schierato a favore anche il Gruppo del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg. Giulia Massolino è convinta che "costruire pace in tempo di pace sia un compito fondamentale per ogni territorio", mentre il capogruppo Massimo Moretuzzo ha contestato le ragioni del no alla mozione osservando che "una diplomazia attiva di pace può essere messa in atto anche dalla Regione, come dimostrano le frequenti visite oltreconfine del presidente e degli assessori". Da parte della Maggioranza, è stato invece ricordato da Giacomelli che "senza le armi fornite dall'Occidente all'Ucraina non ci sarebbe stato alcun tavolo della pace e la Russia avrebbe vinto in brevissimo tempo". Mentre Calligaris ha ridimensionato la portata della manovra Nato citata da Pellegrino spiegando che "si tratta di una esercitazione annuale, un test di controllo sulla deterrenza nucleare, e le bombe che sono arrivate di fatto sostituiscono quelle precedenti. Il numero di velivoli e di militari coinvolti non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello della manovra russa". Il no alla mozione è stato ribadito, infine, dall'assessore regionale Pierpaolo Roberti: "Qui si parla di politica estera in senso proprio, e questo non ci compete". ACON/FA-rcm