(ACON) Udine, 24 ott - Più di due ore nei locali della Casa
dell'Immacolata di Udine, su e giù per le scale a visitare le
classi dove si insegna l'italiano ai minori stranieri non
accompagnati e i laboratori dove questi giovanissimi -
attualmente gli ospiti sono 67, provenienti in prevalenza da
Egitto, Pakistan e Bangladesh con presenze anche da Albania,
Kosovo, Afghanistan, Tunisia, Marocco, Gambia e Guinea - imparano
a lavorare il legno e altri materiali. Per poi confrontarsi a
lungo con Vittorino Boem, presidente della Fondazione, e il suo
staff dirigenziale.
È stata una vera full immersion la visita organizzata dalla VI
Commissione in una delle strutture che si trovano a gestire
accoglienza e formazione dei ragazzi extracomunitari. Ulteriore
tappa di un progetto messo in campo dal presidente Roberto
Novelli (Forza Italia) per uscire dalle aule istituzionali e
toccare con mano le realtà del territorio. Al lungo sopralluogo
hanno partecipato i consiglieri Massimiliano Pozzo (Pd), Massimo
Moretuzzo (Patto per l'autonomia-Civica Fvg), Serena Pellegrino
(Avs), Manuele Ferrari (Lega), Furio Honsell (Open Sinistra Fvg)
e Rosaria Capozzi (M5S).
Il tema dei minori stranieri non accompagnati, politicamente
caldo come pochi, è stato affrontato con franchezza anche dal
presidente Boem: "Tutti sappiamo - ha ricordato il presidente
della Fondazione Casa dell'Immacolata - che siamo assurti
all'onore delle cronache per aspetti non positivi, dopo che alla
fine del 2023 c'era stato un afflusso improvviso di molti
ragazzi, in grande maggioranza egiziani". Il problema
strutturale, secondo Boem, è che non esistono filtri all'ingresso
in Italia e dunque le strutture come la Casa dell'Immacolata si
trovano a gestire ospiti molto diversi tra loro: "C'è chi ha
voglia di formarsi per poi trovare un lavoro ma anche giovani con
problemi psichiatrici o di dipendenza, che hanno esigenze diverse
e a cui servirebbero professionalità specifiche. Noi dobbiamo
occuparci di tutti indistintamente, e a volte siamo un po'
abbandonati a noi stessi: è sbagliato inquadrarli in un'unica
categoria".
Se allora l'allarme-sicurezza è andato scemando negli ultimi mesi
("Questura e Prefettura hanno allontanato qualche ragazzo
problematico"), resta l'esigenza di rafforzare questa "prima
linea", e Boem ha approfittato dell'occasione per ricordare che è
stato già presentato alla Regione "un progetto di
riqualificazione della nostra struttura che ci consentirebbe una
gestione a moduli separati molto più efficace. Per portare avanti
anche le altre attività di formazione per giovani e adulti,
perché non ci occupiamo solo di minori anche se finiamo sui
giornali solo per quel motivo". Il progetto ha un costo di 5
milioni, "ma 2 milioni e mezzo sono già nelle nostre
disponibilità".
"Questa visita - ha osservato il presidente Novelli al termine
del confronto tra i consiglieri e i dirigenti della struttura -
va nel solco di un percorso di conoscenza per verificare le
modalità di accoglienza e formazione di questi ragazzi, ma anche
il problema, molto sentito in particolare a Udine, della
sicurezza all'esterno". Il consigliere forzista ha voluto
conoscere gli sbocchi finali della formazione, che vedono - gli
ha risposto Boem - circa il 70 per cento di giovani in grado di
trovare lavoro alla fine dei corsi. "Ma la vera sfida - ha
osservato il presidente della Fondazione - è far capire che quel
percorso formativo è un bene per la loro vita, perché molti di
loro aspettano solo di compiere 18 anni e di avere i documenti
per andare a lavorare dove qualcun altro li aspetta. C'è di
sicuro una filiera che li sfrutta e ci sono situazioni di
caporalato".
Numerose le richieste di chiarimento e le proposte avanzate dai
consiglieri. Pellegrino - che ha anche chiesto a Novelli di
organizzare un'audizione in aula su questi temi - ha proposto di
avvicinare gli ospiti alle realtà sindacali, per far capire loro
che esiste un sistema legale e di protezione nel mondo del
lavoro. Pozzo era invece interessato a capire meglio come si
organizza la struttura rispetto al disagio psicologico.
Moretuzzo ha chiesto chiarimenti sull'iter tipico di un minore
che arriva in Italia, mentre Capozzi si è informata sull'organico
a disposizione della Casa: 25-26 persone che lavorano nel campo
educativo, tra assunti e partite Iva, e altri 6 dipendenti
impiegati stabilmente nella formazione. Ferrari infine ha chiesto
approfondimenti finanziari sul progetto di riqualificazione della
struttura.
ACON/FA