CANNABIS. PATTO-CIVICA: SI ASCOLTINO TUTTI I PORTATORI DI INTERESSE

(ACON) Trieste, 22 ott - Si è svolta oggi l'audizione, richiesta a prima firma della consigliera Simona Liguori e sottoscritta da tutta l'Opposizione, per fare chiarezza sull'effetto del Decreto che limiterebbe l'uso della canapa sativa, approvato la scorsa estate ma sospeso a settembre dal Tar del Lazio. "Un fondamentale momento di incontro con tutte le realtà del territorio che lavorano nell'ambito della produzione della canapa, delle professioniste in ambito medico e veterinario che prescrivono terapie che ne comprendono l'uso, per finire con le associazioni di pazienti che ne traggono beneficio per le loro patologie - dichiara in una nota, a margine della seduta, Simona Liguori, consigliera regionale del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg e vicepresidente della III Commissione -. Non si può trascurare quanto emerso dalle loro testimonianze: imporre uno stop al settore è una scelta errata. L'audizione è stata accolta con favore in modo trasversale, dando un importante segno in tale direzione. Ora il decreto va revocato, e la Regione Friuli Venezia Giulia deve fare pressioni a livello governativo". "Non si può permettere che cieche ideologie blocchino un prodotto il cui uso in questi settori è puro buon senso - dichiara la collega di gruppo Giulia Massolino, prima firmataria dell'ordine del giorno in merito, sostenuto anche dai colleghi Moretuzzo e Bullian e da altre colleghe e colleghi di Opposizione, accolto dalla Giunta nella seduta dedicata all'approvazione della legge di Assestamento estiva, pochi giorni prima che il controverso decreto venisse approvato in Parlamento -. L'ordine del giorno accolto a luglio impegna la Giunta regionale a richiedere al Governo di favorire un incontro con le associazioni di categoria, con l'obiettivo di trovare soluzione alle evidenti criticità del provvedimento. Oggi lo abbiamo fatto a livello regionale, ma è importante che Fedriga, in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, faccia sentire chiaramente la posizione del Friuli Venezia Giulia". Secondo Coldiretti, nel giro di cinque anni sono aumentati di dieci volte i terreni coltivati con canapa, dai 400 ettari del 2013 a quasi 4.000 nel 2018 e l'Associazione imprenditori canapa Italia stima che attualmente l'industria legata alla canapa impieghi nel nostro Paese circa 30mila persone, con 3mila aziende che producono un fatturato annuo intorno ai 500 milioni di euro. Anche in Friuli Venezia Giulia vi è una notevole produzione, "come constatato dalla preziosa testimonianza odierna da parte di un'azienda del settore che opera in Carnia". La Confederazione Agricoltori Italiani (Cia) aveva espresso grande preoccupazione per la penalizzazione di agricoltori e agricoltrici che hanno deciso di investire in una coltura legale e ad alto valore aggiunto, con pesanti ricadute sulle filiere agro industriali di eccellenza come la cosmesi, il florovivaismo, gli integratori alimentari, il settore dell'erboristeria. Tutti ambiti che poco hanno a che fare con le sostanze stupefacenti. "A queste preoccupazioni - si legge ancora nel comunicato - si aggiungono quelle delle professioni mediche e veterinarie, nonché delle associazioni di pazienti, per le limitazioni nell'uso dei prodotti a base di cannabis per le terapie di patologie o condizioni che non trovano sollievo nelle tradizionali terapie farmacologiche". "È evidente che ormai sono temi ampiamente sdoganati da un punto di vista sociale e scientifico, e molti altri Paesi stanno al contrario ampliando le legalizzazioni - conclude il consigliere Enrico Bullian, anche lui attivatosi la scorsa primavera durante la campagna Meglio Legale -. Legalizzando si ottengono risultati importanti: si riduce il mercato in mano alle mafie; si alleggeriscono il carico giudiziario, l'impiego di forze dell'ordine e il sovraffollamento penitenziario collegati all'uso personale di cannabis; si intercettano i Paesi più avanzati che si stanno muovendo in questa direzione (come recentemente sta avvenendo in Germania); si migliora la qualità dei prodotti, offerta attraverso una produzione (con i Cannabis social club o con l'autocoltivazione) per il consumo diretto, quindi regolamentata e sicura; si conoscono meglio gli effetti collaterali. A favore di una regolamentazione in senso liberale di questa sostanza si esprime una parte rilevante della popolazione: il provvedimento del Governo va nella direzione opposta". ACON/COM/fa