(ACON) Trieste, 22 ott - La III Commissione presieduta da Carlo
Bolzonello (Fp), assieme alla II Commissione presieduta da Markus
Maurmair (FdI), hanno assistito nel pomeriggio alle audizioni in
merito all'impatto del decreto del ministro della Salute del 27
giugno 2024 in tema di "aggiornamento delle tabelle contenenti
l'indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope, di cui al
decreto del presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, 309.
Inserimento nella tabella dei medicinali, sezione B, delle
composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo
ottenuto da estratti di cannabis".
Sono stati ascoltati medici e veterinari specializzati nel
trattamento del dolore, produttori di fitocannabinoidi e
associazioni in rappresentanza di pazienti affetti da alcune
patologie dolorose, come la fibromialgia. La riunione è stata
l'occasione per trattare il tema del divieto di coltivare e usare
i prodotti della cannabis sativa, sia dal punto di vista
economico che sanitario, per un indotto che in Italia interessa
11mila lavoratori per 500 milioni di euro annui di fatturato.
La richiesta di audizione era stata presentata dalla consigliera
regionale del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg Simona Liguori,
che ha parlato di "un tema che avrà ricadute sia sul sistema
salute sia su quello dell'agricoltura della nostra regione".
Il primo a prendere la parola è stato Nicola Tassotto, legale
rappresentante di Green Ladybug, azienda che si occupa della
coltivazione della cannabis sativa, che ha sottolineato la
qualità di questo tipo di coltivazione in un'area in crisi come
la Carnia: "Sono qui per rappresentare la mia azienda e tanti
colleghi del Fvg e del nord Italia. Ci siamo specializzati
nell'estratto della canapa, ovvero l'olio di cbd". Tassotto ha
parlato della convenzione con l'università di Messina che
utilizza i suoi prodotti per la ricerca e dell'enorme quantità di
soggetti, umani e animali, a cui giovano i preparati per la
terapia in caso di gravi patologie. "Siamo consapevoli che la
Regione non ha potere decisionale in merito, però chiediamo che
si faccia qualcosa affinché i preparati come i nostri continuino
ad essere d'aiuto. Il Governo sta prendendo una decisione
deleteria sia per la salute sia per l'economia".
Un altro imprenditore del settore, operante in provincia di
Ancona, Federico Aloisi, ha sottolineato che "gli estratti che
produciamo vengono utilizzati per prodotti cosmetici,
regolarmente testati e conformi ai decreti ministeriali. Abbiamo
aperto nel novembre 2021 e se dovesse entrare in vigore
l'articolo 18 del ddl Sicurezza non potremmo più lavorare e
saremmo costretti a chiudere l'attività".
La veterinaria Fabiola D'Angelo ha ricordato che "utilizziamo la
canapa per gli animali da circa 7 anni: esiste una vasta gamma di
fitocannabinoidi utili alla salute: con l'articolo 18 non ci
sarebbero più benefici. Soprattutto per quelle patologie farmaco
resistenti, tra anti-infiammatori e antibiotici".
Anche per Claudia Dina, professoressa associata del dipartimento
di Scienze veterinarie dell'Università di Messina la canapa
giova notevolmente alla salute degli animali: "La salvaguardia
dell'animale con la terapia del dolore utilizzando i
fitocannabinoidi è fondamentale: abbiamo condotto studi su
cavalli con osteoartrite prescrivendo loro olii a base di Cbd e
abbiamo visto un miglioramento della qualità di vita
dell'animale. Si registrano progressi in positivo anche in
patologie diverse in altri animali come cani, gatti e addirittura
pappagalli".
I consiglieri delle due Commissioni hanno quindi ascoltato le
ragioni della medicina per uomini e donne, con la testimonianza
diretta della dottoressa Chiara Liberati, neurochirurgo e
terapista del dolore, che ha posto l'accento sull'importanza di
queste terapie iniziate nel 2017 in un ventaglio di diverse
patologie: "Ho potuto riscontrare che con i preparati naturali il
beneficio c'è e non ha nulla a che fare con l'effetto
stupefacente, ma aiuta anche nella riduzione della posologia di
farmaci con pesanti effetti collaterali. I riscontri sono tanti:
l'apporto terapeutico che i fitocannabinoidi hanno sui pazienti è
quasi indescrivibile, anche in casi di demenza o autismo. Il
prodotto naturale è di gran lunga più efficace delle terapie
sintetiche".
Giuseppina Fabio, vicepresidente di Aisf (Associazione italiana
sindrome fibromialgica) e paziente affetta da fibromialgia, ha
portato in aula la sua testimonianza: "I farmaci tradizionali mi
rendevano un automa, non riuscivo a ragionare. Grazie alla
cannabis ho ritrovato un equilibrio del sonno e sono riuscita a
togliere quei farmaci che non aiutavano nella rigidità degli
arti, tipica della malattia. L'applicazione dell'articolo 18 del
ddl Sicurezza sarebbe come negare il diritto alla salute".
L'ultima audita è stata Elisa Lombardi, rappresentante del
Comitato fibromialgici uniti del Friuli Venezia Giulia:
"Tantissimi di noi hanno una resistenza ai farmaci dopo tanti
anni di terapia. La cannabis sativa è un aiuto a spasmi e tic
nervosi. Senza i prodotti naturali, diventa per noi una corsa ad
ostacoli".
1- segue
ACON/MV-fa