Presentato a Martignacco lo studio redatto da The European
House-Ambrosetti sul settore manifatturiero
Martignacco, 18 ott - "L'Agenda 2030 è il frutto di un
articolato studio, fortemente voluto dalla Regione, che detta
importanti linee di sviluppo a vantaggio delle nostre imprese per
poter guardare con ottimismo al prossimo futuro. Crescita
dimensionale delle imprese, aumento della competitività nello
scenario internazionale, transizione digitale ed energetica e
attrazione di figure professionali qualificate sono gli assi
portanti per rendere sempre più forte il nostro sistema
economico. L'Amministrazione regionale vuole continuare a essere
attore protagonista negli indirizzi e nello sviluppo
dell'economia del Friuli Venezia Giulia, intervenendo a sostegno
delle imprese e di chi investe e assume nel nostro territorio".
Sono i concetti principali espressi dall'assessore regionale alle
Attività produttive Sergio Emidio Bini alla di presentazione del
Piano "Agenda Fvg manifattura 2030" redatto da The European
House-Ambrosetti. L'evento si è svolto alla Fiera di Udine di
Martignacco alla presenza, tra gli altri, dell'assessore
regionale al Lavoro Alessia Rosolen e di Lorenzo Tavazzi, senior
partner e responsabile dell'Area scenari e intelligence di
Ambrosetti.
Bini ha sottolineato la forte incidenza del settore
manifatturiero nell'economia regionale, con una produttività
superiore del 40% rispetto alla media del sistema economico
regionale in Italia. "Il Friuli Venezia Giulia è un territorio
'best performer' in Italia con riferimento alla manifattura,
posizionandosi al quarto posto per incidenza del valore aggiunto
e al terzo posto per occupati sul totale delle regioni - ha
analizzato ancora l'assessore, ricordando anche i positivi dati
relativamente alla crescita del Pil in regione (+5,1% nel periodo
2028-23) -. Investire nella manifattura è pertanto strategico per
dare ulteriore slancio al nostro sistema produttivo industriale".
"La Regione ha già stanziato importanti risorse finanziarie e
promosso misure di policy mirate per sostenere lo sviluppo delle
imprese del territorio su più fronti - ha proseguito Bini -. Solo
nel 2024 abbiamo immesso nel tessuto economico regionale quasi
mezzo miliardo di euro. Il percorso di crescita è dunque già
iniziato e, come Amministrazione regionale, siamo pronti a
impegnarci concretamente, come sempre abbiamo fatto, a fianco del
nostro tessuto produttivo attraverso le azioni fin ora messe in
atto e quelle individuate in questo piano, in un connubio
vincente che renderà Agenda 2030 il nostro manuale di lavoro di
riferimento".
Nello studio presentato viene esaminato nel dettaglio il recente
Piano Draghi (rapporto "The Future of European Competitiveness"),
al fine di capire se ricette utili per il contesto europeo
(riduzione del divario di innovazione, decarbonizzazione e
aumento della sicurezza) possono essere applicate anche in Friuli
Venezia Giulia. Ambrosetti ha provveduto a fare un'analisi delle
competenze distintive del territorio e del suo attuale
posizionamento strategico-competitivo, sia a confronto con le
altre regioni sia con regioni europee simili o in termini di
sviluppo economico, sociale o tecnologico. Ha poi condotto
un'analisi dei 5 megatrend (instabilità dello scenario
geopolitico, evoluzione demografica, transizione digitale,
transizione sostenibile, nuove catene globali del valore)
identificando specifici indirizzi e proposte in chiave futura.
Il piano contiene anche un'approfondita analisi del mercato del
lavoro del Friuli Venezia Giulia. Su questo tema l'assessore
Rosolen ha sostenuto come "le politiche strutturali messe in
campo sin dalla scorsa legislatura dalla Regione" abbiano
permesso di "compensare la perdita del potere d'acquisto delle
famiglie e il gap di competenze causato dalla velocità di
cambiamento a cui è sottoposta la società moderna. Siamo
intervenuti con decisione sui fronti del welfare aziendale -
riscrivendo ex novo le leggi su famiglia, scuola, talenti e sul
diritto allo studio - della formazione - investendo su tutta la
filiera formativa dagli asili nido al post Università - e
dell'occupazione, raggiungendo la percentuale più alta di sempre
in regione e riducendo il divario di genere ai minimi storici".
Secondo Rosolen, "non si può prescindere dalla consapevolezza che
stiamo attraversando la rivoluzione industriale più rapida di
sempre e che, di conseguenza, bisogna avere ben chiari gli
obiettivi su cui continuare a lavorare tenendo in considerazione
l'incidenza dei fenomeni demografici, migratori e tecnologici".
ARC/PAU/al