(ACON) Trieste, 9 ott - "Il disastro del Vajont resterà per
sempre monumento e monito al delirio di onnipotenza dell'uomo
sulla natura, del profitto perseguito senza scrupoli". Così in
una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino di Alleanza
Verdi Sinistra, ricordando il disastro occorso il 9 ottobre del
1963.
"Un'opera può anche essere perfetta se finalizzata a se stessa,
ma devastante nella dinamica delle leggi ecosistemiche perché
queste non perdonano. Un progetto è ipoteticamente perfetto solo
quando rispetta davvero tutte le norme, soprattutto quelle della
Natura, che non perdona, non solo quelle statiche", prosegue la
consigliera di Opposizione che è anche vicepresidente della
Commissione Ambiente.
"Eppure, ancor oggi, si continua a violentare e trascurare il
fragile territorio del nostro Bel Paese non garantendo
adeguatamente la sicurezza e la salute dei nostri concittadini.
All'epoca - ricorda Pellegrino - si cercò di nascondere la
responsabilità di quanto accaduto definendola fatalità e disastro
naturale non ascoltando, ieri come oggi, chi cercò di alzare il
livello di attenzione, venendo però accusato di essere una
novella Cassandra. Non dimentichiamo che Vajont in dialetto
ertano significa 'va giù', ma nulla fu possibile contro la sete
di ricchezza di pochi. Si volle piegare la Natura alla volontà
della presunzione e della fame di successo e ricchezza dell'uomo".
La consigliera lancia una esortazione: "Le notizie che ci
giungono anche oggi, comunicandoci continue allerte meteo, non ci
possono più far parlare di tragedia o di dramma, disastro,
sciagura, catastrofe, ma di delirio di onnipotenza che si traduce
in scelte dell'uomo che procedono contra natura.
Dobbiamo occuparci dell'Ambiente e rispettarlo. Lo dovevamo fare
allora, ma ancor di più oggi a fronte di tutte le conoscenze che
abbiamo assunto, soprattutto dalla storia".
"Nessun progetto può essere preso in considerazione e realizzato
senza una seria valutazione ambientale, sociale, di salute,
lavorativa, abitativa, di inclusione poiché le leggi
ecosistemiche non si possono piegare alle leggi del business,
eluderle per realizzare interventi bypassando la normativa
ambientale, considerandola un impedimento - conclude Pellegrino -
non è una conquista ma la chiara dimostrazione di non avere a
cuore le vite umane".
ACON/COM/fa