VAJONT 61 ANNI. PELLEGRINO (AVS): FU DELIRIO ONNIPOTENZA DELL'UOMO

(ACON) Trieste, 9 ott - "Il disastro del Vajont resterà per sempre monumento e monito al delirio di onnipotenza dell'uomo sulla natura, del profitto perseguito senza scrupoli". Così in una nota la consigliera regionale Serena Pellegrino di Alleanza Verdi Sinistra, ricordando il disastro occorso il 9 ottobre del 1963. "Un'opera può anche essere perfetta se finalizzata a se stessa, ma devastante nella dinamica delle leggi ecosistemiche perché queste non perdonano. Un progetto è ipoteticamente perfetto solo quando rispetta davvero tutte le norme, soprattutto quelle della Natura, che non perdona, non solo quelle statiche", prosegue la consigliera di Opposizione che è anche vicepresidente della Commissione Ambiente. "Eppure, ancor oggi, si continua a violentare e trascurare il fragile territorio del nostro Bel Paese non garantendo adeguatamente la sicurezza e la salute dei nostri concittadini. All'epoca - ricorda Pellegrino - si cercò di nascondere la responsabilità di quanto accaduto definendola fatalità e disastro naturale non ascoltando, ieri come oggi, chi cercò di alzare il livello di attenzione, venendo però accusato di essere una novella Cassandra. Non dimentichiamo che Vajont in dialetto ertano significa 'va giù', ma nulla fu possibile contro la sete di ricchezza di pochi. Si volle piegare la Natura alla volontà della presunzione e della fame di successo e ricchezza dell'uomo". La consigliera lancia una esortazione: "Le notizie che ci giungono anche oggi, comunicandoci continue allerte meteo, non ci possono più far parlare di tragedia o di dramma, disastro, sciagura, catastrofe, ma di delirio di onnipotenza che si traduce in scelte dell'uomo che procedono contra natura. Dobbiamo occuparci dell'Ambiente e rispettarlo. Lo dovevamo fare allora, ma ancor di più oggi a fronte di tutte le conoscenze che abbiamo assunto, soprattutto dalla storia". "Nessun progetto può essere preso in considerazione e realizzato senza una seria valutazione ambientale, sociale, di salute, lavorativa, abitativa, di inclusione poiché le leggi ecosistemiche non si possono piegare alle leggi del business, eluderle per realizzare interventi bypassando la normativa ambientale, considerandola un impedimento - conclude Pellegrino - non è una conquista ma la chiara dimostrazione di non avere a cuore le vite umane". ACON/COM/fa