Cultura: Anzil, "Waterscape" indaga il confine tra passato e futuro

"Il progetto di archeologia subacquea dell'Università di Udine conferma la vocazione millenaria di frontiera del nostro territorio" Udine, 8 ott - "Uno dei punti di forza della cultura della nostra regione è rappresentato dalla complessa e sfaccettata storia del suo territorio che è di confine e non lo è solo oggi e nel recente passato: lo è stato per secoli, addirittura per millenni. Frontiera e confine che non vanno intesi solo in senso geografico ma anche temporale; tra futuro e passato, con straordinari e interessanti punti di unione che hanno come comune denominatore l'acqua: del mare e della laguna, dei canali e dei porti, moderni e antichi. L'area dell'Adriatico è da sempre al centro di vitali rotte strategiche, dall'epoca romana alla Repubblica Veneta. Quello in cui viviamo la nostra contemporaneità è infatti uno dei luoghi che ha avuto la privilegiata funzione di mettersi e mettere in relazione la sua realtà con il resto del mondo, configurandosi a pieno titolo come 'spazio cerniera' tra la dimensione orientale e quella occidentale; non a caso vanta tra le sue emergenze archeologiche più significative una città antica da sempre 'internazionale', cosmopolita e multiculturale: Aquileia". Lo ha sottolineato il vicepresidente con delega a Cultura e sport del Friuli Venezia Giulia Mario Anzil, intervenuto stamani a Udine, negli spazi di Palazzo Caiselli, nel Salone del Tiepolo, all'incontro ufficiale di presentazione dei primi esiti della prima campagna di indagine archeologica relativa al nuovo progetto "Aquileia Waterscape". Sono intervenuti, tra gli altri, anche il rettore dell'Università di Udine, Roberto Pinton, Giorgia Musina per la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, la direttrice del dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale, Linda Borean, e il coordinatore scientifico delle ricerche e responsabile del progetto "Aquileia Waterscape", Massimo Capulli, uno dei massimi esperti in questo specifico settore a livello nazionale. Le ricerche del progetto puntano a ricostruire il paesaggio archeologico tra il mare di Grado e l'Aquileia romana: sette siti archeologici, proprio nelle acque di Grado, tra cui relitti navali e strutture sommerse di natura monumentale, sono stati indagati, infatti, dall'Unità di archeologia subacquea dell'Università di Udine con l'obiettivo di ricostruire il paesaggio archeologico tra il mare di Grado, appunto, e l'Aquileia romana. Le attività sono state condotte in collaborazione con la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia. "Siamo una delle aree europee più a nord del Mediterraneo raggiungibili via mare - ha ricordato il vicepresidente Anzil -: questa posizione e condizione hanno dato, nella storia, una straordinaria valenza strategica a questo territorio che oggi può essere ri-acquisita, sia dal punto di vista commerciale sia culturale. Le campagne di scavi di eccellenza condotte dall'ateneo friulano permetteranno, ne sono certo, di ricostruire e di fare luce su aspetti inediti delle relazioni marittime che Aquileia vantava in quell'epoca: indagini illuminanti e arricchenti di cui la Regione non può che essere orgogliosa e sostenere". "Ci candidiamo a essere una delle Regioni bandiera in Europa per la cultura - ha fatto notare poi Anzil -. Siamo la Regione che, in Italia, investe maggiormente in cultura, e lo abbiamo dimostrato anche nell'ultimo anno: destiniamo risorse finalizzate a moltiplicare gli effetti positivi della promozione storica del nostro territorio, con l'obiettivo di favorire concretamente una sua rinascita culturale, una rifiorenza basata sulla grande ricchezza che contraddistingue, oggi come ieri, il nostro territorio. Un plauso, pertanto, a questo Dipartimento per il lavoro che da tempo sta facendo, peraltro non invasivo, sfruttando le tecnologie più innovative e coinvolgendo gli studenti in lezioni non solo teoriche ma anche pratiche, sul campo". ARC/PT/ma