ROSOLEN, COMUNQUE LE DONNE SOLE PRODUCONO REDDITO

Trieste, 15 feb - Incentivi alle imprese che assumono madri sole, maggior utilizzo del part-time anche attraverso accordi in sede di concertazione tra le parti sociali, potenziamento dell'informazione in tema di conciliazione a favore di imprese, famiglie e lavoratrici, promozione dell'utilizzo dei voucher per le madri sole e rilancio del progetto "Futura": sono alcune delle proposte che l'assessore regionale al Lavoro, Università e Ricerca Alessia Rosolen ha fatto oggi a Trieste a conclusione dell'Atelier di presentazione della ricerca "Madri sole e conciliazione dei temi di vita e di lavoro". L'indagine, realizzata in Friuli Venezia Giulia dall'Agenzia regionale del lavoro, su un campione di 1000 nuclei monoparentali con una donna come capofamiglia, ha evidenziato i problemi che le donne sole affrontano nella gestione del loro lavoro e della cura di figli, familiari anziani o non autosufficienti, ma non solo. "Dalla ricerca emergono anche dati positivi - spiega l'assessore Rosolen - come il fatto che in gran parte (746 sul 1.001, pari al 75 per cento del totale) sono donne che lavorano e 717 intervistate, pari al 72 per cento del totale, dichiara che la loro principale fonte di reddito proviene dallo stipendio". Un dato che avrebbe potuto essere anche più elevato se, rileva l'assessore, nella gestione dell'indagine non si fossero fusi insieme i sussidi pubblici e gli ammortizzatori sociali, che rappresentano una variante dello stipendio sia nel caso di Cassa integrazione che in caso di mobilità. Ben 730 donne (l'83 per cento), dichiara di non aver avuto ripercussioni sul lavoro per i problemi connessi alla cura dei figli, "un dato estremamente positivo - nota la Rosolen - anche se quel 17 per cento che ha avuto delle difficoltà conferma l'opportunità di continuare a lavorare sulle imprese" Un altro elemento positivo evidenziato dalla ricerca riguarda il contributo dell'altro genitore. Quasi i due terzi delle madri sole possono contare sul suo aiuto. Sono infatti 555 (pari al 61,3 per cento) i padri che si danno da fare e 311 di questi lo fanno sia economicamente che dal punto di vista del supporto gestionale, mentre 213 danno una mano economicamente e 31 intervengono solo nella gestione. "In pratica - rileva l'assessore Rosolen - 6 donne su 10 possono contare sulla presenza attiva del loro partner in famiglia anche dopo una separazione o il divorzio". "Infine - afferma ancora l'assessore - se i dati positivi sono confortanti, quelli negativi, purtroppo, non mancano". Il 60 per cento delle intervistate ritiene infatti di vivere in una situazione economica poco soddisfacente ed il 25 per cento la definisce "per nulla buona". L'aumento dello stress (indicato dal 37,4 per cento), il sacrificio del ruolo genitoriale (il 15,8 per cento), un maggior rischio di povertà (il 15,4 per cento) e maggiori rinunce sul piano professionale (l'11,1 per cento) sono altrettanti scotti che queste donne pagano per le loro scelte di vita. ARC/LVZ