Avviata oggi la prima delle due giornate dedicate al progetto del
Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie
(Ccm) 2023
Udine, 23 set - "Gli esiti di questo progetto non solo ci
mostreranno gli interventi di miglioramento della salute nelle
strutture residenziali socio-sanitarie per prevenire e
controllare le infezioni correlate all'assistenza ma
permetteranno di mettere al centro un tema di straordinaria
attualità anche nella regione più anziana di Italia; il frutto di
questo lavoro darà anche un contributo per rendere efficiente e
sostenibile il sistema. Nella fase storica più difficile del
sistema sanitario nazionale, in termini di risorse e di capitale
umano, dobbiamo guardare alla revisione del modello organizzativo
in relazione anche alla domanda di inappropriatezza presente, con
una quota significativa, nelle strutture residenziali per non
autosufficienti, per dare risposte ai bisogni di una società
profondamente trasformata".
Lo ha detto l'assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi,
in occasione della prima delle due giornate dedicate al progetto
del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle
malattie (Ccm) 2023 'La tutela della salute nelle strutture
residenziali socio-sanitarie: un impegno condiviso per prevenire
e controllare le infezioni correlate all'assistenza' nel palazzo
della Fondazione Friuli a Udine. Presenti fra gli altri, il
direttore generale dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli
centrale (Asufc), Denis Caporale, il rettore dell'ateneo udinese
Roberto Pinton, Silvio Brusaferro coordinatore scientifico del
progetto e il presidente della Fondazione Friuli Giuseppe
Morandini.
Finanziato all'interno del programma 2023 del Centro nazionale
per la prevenzione ed il controllo delle malattie, il progetto
vede la Regione Friuli Venezia come ente capofila attraverso il
coordinamento del dipartimento di Medicina dell'Università di
Udine e la partecipazione dell'Azienda sanitaria universitaria
Friuli centrale (Asufc).
L'importanza del tema trattato ha visto il coinvolgimento di 12
unità operative che fanno parte di importanti istituzioni
nazionali quali l'Istituto Superiore di Sanità e di altre 7
regioni italiane (Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Toscana,
Calabria, Molise, Sicilia).
L'obiettivo è quello di aumentare sicurezza e controllo delle
infezioni nelle strutture residenziali socio-sanitarie in
riferimento alla prevenzione: per farlo è stato intrapreso un
percorso per adeguare le conoscenze in questo campo sia per gli
operatori sia per i quadri dirigenziali.
"Accanto al tema ospedaliero e di sanità territoriale - ha
sottolineato Riccardi - c'è quello delle strutture residenziali
per non autosufficienti che rappresenta il terzo grande cantiere
che il Paese deve aprire con una stagione di investimenti
straordinari e interventi coraggiosi sui modelli organizzativi.
Lo dico in una regione che ha poco meno di 4.000 posti letto
nelle strutture ospedaliere e 10.000 nelle strutture per non
autosufficienti, la relazione fra la revisione ospedaliera e il
bisogno di salute ne deve tenere conto".
Riccardi ha poi ricordato le misure di sostegno che si affiancano
all'elemento della sostenibilità di queste strutture che "in Fvg
ha avuto un incremento delle risorse, dal 2018 al 2023, del 30%".
La due giorni a Udine vedrà la discussione dei risultati della
survey volta ad una ricognizione delle strutture residenziali del
territorio nazionale, punto di inizio fondamentale per impostare
il lavoro di individuazione delle buone pratica da implementare
nelle strutture in base a quelle che sono le specifiche attività
e di costruire di conseguenza la formazione dei professionisti e
dei dirigenti delle strutture in tema di prevenzione delle
infezioni.
Il questionario realizzato è stato inviato a tutte le Regioni e i
risultati saranno forniti domani; fra le domande inserite vi
erano il tipo di struttura, il numero di posti letto autorizzati,
accreditati e convenzionati nelle strutture pubbliche, del
privato di mercato e del privato sociale.
L'obiettivo del questionario è quello di definire un livello di
specificazione tassonomica uniforme per rendere omogenee le
definizioni e quindi i contenuti sul territorio nazionale.
Il risultato finale del progetto punta a realizzare un manuale
operativo sulle attività di prevenzione e di controllo delle
infezioni in queste strutture che possa anche essere utilizzato
per la formazione, per migliorare il livello di sicurezza.
ARC/LP/pph