L'assessore ha partecipato al Congresso della Società italiana di
psichiatria del Friuli Venezia Giulia
Trieste, 13 set - "La Salute mentale è una componente
importante del sistema sanitario e ha giustamente su di esso una
grande influenza. Ma, nel ragionamento complessivo per garantire
risposte concrete ai cittadini, oggi è necessario superare
l'impostazione basata sulla sola distribuzione dei fondi. Le
necessità dei cittadini sono mutate di pari passo con i
cambiamenti subiti dalla società e dalle relazioni tra le
persone; il rapporto tra bisogno di risposte prettamente
sanitarie e sociosanitarie si è spostato sempre più a favore di
queste ultime. È quindi nostra responsabilità capire come
utilizzare al meglio le risorse a disposizione, a partire dal
capitale umano, per garantire ai cittadini servizi adeguati, in
un'ottica di sostenibilità complessiva del sistema".
È il concetto espresso oggi dall'assessore regionale alla Salute
Riccardo Riccardi nel suo intervento in apertura del Congresso
della Società italiana di psichiatria del Friuli Venezia Giulia,
dal titolo "Unmet needs ed interventi precoci in salute mentale",
tenutosi nella sede del Mib Trieste School of Management.
Rimarcando la centralità dell'integrazione sociosanitaria
nell'ambito della salute, Riccardi ha evidenziato che "non è
sufficiente sommare nuove infrastrutture allo stesso impianto
organizzativo utilizzato da oltre vent'anni. È necessario
rivederlo per adeguarlo ai bisogni del nostro tessuto sociale ed
è giusto farlo con la stessa lungimiranza che, proprio a Trieste,
ha animato e dato il via alla rivoluzione basagliana. Dobbiamo
tenere conto dell'eredità lasciataci da Franco Basaglia,
agganciandoci a quella storia per strutturare nuovi modelli e
spazi che tengano conto degli attuali bisogni di salute e
guardino con flessibilità ai cambiamenti della nostra società".
Sul tema della salute mentale, nel passaggio dall'adolescenza
all'età adulta, l'assessore ha spiegato che "su argomenti
delicatissimi come questi, spicca la preparazione dei
professionisti della nostra regione ed emerge chiaramente la
necessità di un'organizzazione che superi i confini delle
strutture prettamente sanitarie. Ci troviamo di fronte a una vera
e propria sfida culturale, che non potremo vincere difendendo
ciecamente vecchi 'recinti', ma solo adottando nuovi modelli
capaci di valorizzare le competenze professionali e riservare la
dovuta attenzione ai nuovi bisogni di salute".
ARC/MA/al