Trieste, 30 nov - Il Friuli Venezia Giulia, con Trieste riferimento principale, è stato identificato come laboratorio di eccellenza per quella che dovrà essere la nuova era della ricerca italiana, contraddistinta - come ha rilevato il ministro dell'Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, nel corso della sua visita al Sincrotrone di Trieste - da una forte azione sinergica in grado di esaltare la qualità e migliorare l'efficienza complessiva anche, attraverso una più opportuna collocazione delle risorse economiche a disposizione.
Al progetto contenuto nella riforma degli Enti di Ricerca, recentemente approvata dal Consiglio dei Ministri, ha fatto riferimento anche l'assessore regionale ad Università e Ricerca, Alessia Rosolen, che ha sottolineato l'importanza del ruolo affidato al Friuli Venezia Giulia, confermato e rafforzato dalla presenza a Trieste della Gelmini.
"La Regione - ha affermato Rosolen - si sta impegnando per rafforzare la ricerca, creando un sistema caratterizzato da reali sinergie e da una stretta collaborazione tra Enti di Ricerca, Università e Parchi Scientifici senza per questo intaccare l'autonomia dei singoli soggetti che - ha precisato - non è di nostra competenza. Quando si crea un forte dialogo tra le varie istituzioni - ha aggiunto - è infatti possibile sviluppare la massa critica necessaria a garantire un impatto ampio e concreto sul territorio".
Al Sincrotrone, Gelmini e Rosolen hanno anche inaugurata la prima parte della nuova sorgente di luce di quarta generazione, denominata Fermi, composta da una sorgente prima di elettroni (fotoiniettore) che è stata avviata oggi, oltre che dall'acceleratore lineare e dagli ondulatori (Fel) che saranno realizzati entro la fine del 2010 con un costo complessivo 140 milioni di euro.
Fermi, progettata da un team interno del Sincrotrone che si è avvalso di una serie di interscambi con ricercatori statunitensi, raggiungerà una lunghezza di 400 metri interamente sotterranei ad una profondità di 5 metri, aggiungendosi ad Elettra che è la sorgente di luce già in funzione nel laboratorio triestino.
Tra i principali utilizzi scientifici, figurano le indagini sulla struttura dei materiali solidi e sui fenomeni dinamici che avvengono sulle superfici.
ARC/FC