Salute: Riccardi, Cuav è esperienza virtuosa da prendere a modello

Trieste, 19 lug - "Il Centro unico accessi vascolari rappresenta un'esperienza virtuosa del nostro sistema sanitario grazie ad alcuni ingredienti importanti come il modello organizzativo orizzontale, la multidisciplinarietà e la multisettorialità delle competenze professionali e l'accesso unico per il paziente. Questo garantisce condizioni migliori soprattutto per le persone costrette ad affrontare questi percorsi di salute senza essere sballottate da una parte all'altra, ma anche per i professionisti che vengono messi nelle condizioni di operare in modo migliore, stemperando le tensioni che possono essere generate da una diversa organizzazione". Lo ha affermato l'assessore alla Salute Riccardo Riccardi che questa mattina a Trieste ha partecipato alla presentazione del Centro unico accessi vascolari (Cuav), facente parte della Struttura complessa Anestesia e Rianimazione Tipo. "I risultati brillanti centrati dal Cuav sono evidenti - ha sostenuto Riccardi -. Le attività svolte all'interno delle sale operatorie oggi sono state ridotte in modo significativo perché vengono garantite in ambito ambulatoriale o addirittura a livello domiciliare". Il Centro unico accessi vascolari, attivo dal 2021, è un servizio multidisciplinare costituito da medici e infermieri specificamente formati che opera in regime ambulatoriale presso la rianimazione dell'Ospedale Maggiore e presso la Recovery Room dell'ospedale di Cattinara per il posizionamento di accessi vascolari a medio e lungo termine nei pazienti ospedalizzati e domiciliari. I professionisti del Cuav sono in grado di assicurare più di 1.000 prestazioni all'anno per quanto riguarda le cannule periferiche lunghe (midline e Picc). Da giugno 2023 inoltre sono stati posizionati circa 140 dispositivi Picc Port utilizzati per la chemioterapia che vengono normalmente posizionati nella parte interna del braccio. In alcuni casi possono essere inseriti anche nel torace, al di sotto della clavicola. In una giornata i professionisti del Centro unico accessi vascolari riescono a installare fino a sei impianti e rimuoverne due. "Questa è un'esperienza estremamente positiva che deve essere presa ad esempio in numerosi altri settori del nostro sistema sanitario che, a tutti i livelli, necessita di una revisione strutturale. Purtroppo - ha concluso Riccardi - troppo spesso si registrano resistenze anche di carattere sindacale e spesso esterne da parte di chi non vuole porsi degli obiettivi all'inizio anche difficili, ma che alla lunga, come dimostra l'attività del Cuav, sono in grado di migliorare la capacità e la qualità di risposta ai cittadini". ARC/TOF/pph