Oggi l'inaugurazione del restauro e del recupero della chiesa di
San Martino e dell'area archeologica gravemente danneggiate dalla
tempesta Vaia nel 2018
Ovaro, 10 lug - "Poter restituire bellezza, arte, storia e
radici alla comunità di Ovaro e a quella di tutta la regione fa
di questo un giorno speciale. Per raggiungere il traguardo è
stato fondamentale il lavoro di squadra, la collaborazione tra
istituzioni e anche tra associazioni e cittadini. Un esempio di
come si può rinascere e ripartire superando gravi e complessi
momenti di emergenza quali furono i giorni di Vaia: quella
tempesta fu il primo evento violento, imprevisto e improvviso,
che affrontammo in tutta la sua gravità, per poi trovarci nostro
malgrado a fronteggiare a ritmi sempre più serrati un meteo
mutato, capace di colpire non solo la nostra montagna ma anche la
costa e gli interni, come a Mortegliano".
Sono le parole dell'assessore con delega alla Protezione Civile
del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, che oggi è
intervenuto a Ovaro, in occasione dell'inaugurazione del recupero
e del restauro della chiesa di San Martino Vescovo e della
adiacente area archeologica gravemente danneggiati dalla tempesta
Vaia del 2018, quando il torrente Degano esondò, allagando tutta
la zona circostante, compresa l'area sacra.
Alla cerimonia, che si è conclusa con un concerto e con la visita
al sito storico, hanno preso parte, tra gli altri, il
soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio (Abap) del
Friuli Venezia Giulia, Valentina Minosi, il pievano di Santa
Maria di Gorto monsignor Gianni Pellarini e il sindaco di Ovaro,
Lino Not.
"Ricordo i giorni di Vaia e Ovaro, con l'allora sindaco e il
parroco, con la comunità. Passammo notti insonni. Poi i fondi,
400 milioni di euro, e la messa in sicurezza del territorio, con
centinaia di cantieri, da quelli più grandi a quelli più piccoli.
Grazie a quelle opere il nostro territorio è sempre più
resiliente: gli eventi meteo avversi frequenti e violenti causano
sì danni ma in termini certamente minori grazie alle opere
realizzate e che andiamo a realizzare costantemente".
I lavori di restauro a Ovaro sono iniziati nel 2020 e sono stati
eseguiti tramite una convenzione stipulata tra la Protezione
civile della Regione Friuli Venezia Giulia e la Soprintendenza
Abap Fvg: la Protezione civile regionale operò subito con un
primo intervento di somma urgenza per la messa in sicurezza
dell'area. Quindi sono stati messi a disposizione circa 120mila
euro per il recupero, eseguito sotto la direzione della
Soprintendenza.
I lavori di ripristino hanno previsto il risanamento della
copertura e il restauro delle strutture dell'area archeologica:
all'interno della chiesa è stato sistemato la fonte battesimale
ed è stato ripristinato il relativo sistema di illuminazione e
ventilazione. È stato poi eseguito un restauro degli intonaci e
delle superfici lapide interessate dall'alluvione.
Il restauro è stato possibile anche grazie a donazioni di privati
cittadini, di associazioni, del gruppo di Alpini e grazie alla
fattiva collaborazione con il Comune di Ovaro e la con la Pieve
di Santa Maria di Gorto.
La chiesa di San Martino Vescovo e l'adiacente area archeologica
sono stati al centro, a partire dagli anni '90 del secolo scorso,
di alcune indagini stratigrafiche che hanno portato alla luce i
resti di un complesso architettonico del quinto secolo dopo
Cristo, con una vasca battesimale di notevole interesse,
impostato sui resti di una villa tardo romana e vicine sepolture
di età altomedievale. Si tratta di uno dei complessi battesimali
rurali più grandi rinvenuti sino oggi in Italia.
ARC/PT/al