Trieste, 05 nov - Quale sarà il modello di governo del territorio nelle zone montane e quali aree sono realmente definibili montane: sono le domande di fondo alle quali dovrà rispondere una legge regionale, la cui formazione ha preso avvio oggi con l'incontro, nella sede della Regione a Udine, tra il presidente Renzo Tondo, gli assessori Federica Seganti e Andrea Garlatti, 74 sindaci e dieci assessori in rappresentanza di 84 Comuni dei 95 appartenenti ai territori delle Comunità montane, già commissariate e prossime allo scioglimento. La Conferenza dei sindaci delle Comunità montane, presieduta oggi dall'assessore del Comune di Gorizia Guido Pettarin ed alla quale hanno preso parte i rappresentanti delle Province di Udine, Gorizia e Pordenone, ha sostanzialmente lavorato "in fase preliminare - ha detto il presidente Tondo - perché su un tema di questa rilevanza possiamo prenderci qualche settimana in più del previsto per arrivare a norme che abbiano il consenso più ampio possibile". Il presidente della Regione ha illustrato alcuni concetti cardine della futura normativa di riforma dell'ordinamento degli enti locali in area montana. La "montanità" è il primo di questi concetti, notando che anche questa ha gradi diversi e quindi andrà differenziata a seconda della difficoltà e marginalità del territorio. Le stesse differenze consigliano poi, secondo Tondo, un modello di governo flessibile a seconda delle zone, perfezionando l'attuale normativa sulle Unioni di Comuni. In questa revisione si terrà conto anche del ruolo delle Province nella gestione delle competenze e delle funzioni di area vasta. "Se hanno dimostrato di saper far funzionare i servizi in altre aree - ha notato Tondo - perchè non possono farlo anche in montagna?" Il modello delineato dal presidente Tondo va quindi verso la razionalizzazione e la sostenibilità della gestione dei servizi ai cittadini attraverso una forma associativa tra enti locali che permette di mantenere il significato e l'importante ruolo sociale delle singole municipalità. Questo tipo di riforme - ha sottolineato - non hanno come primo obiettivo il risparmio della spesa, ma il miglioramento dei servizi. Il percorso indicato da Tondo prevede ora un periodo nel quale i Comuni esamineranno le linee di indirizzo della riforma e porteranno alla Regione le loro indicazioni in modo che, subito dopo l'impegno per la finanziaria, la Giunta possa presentare uno schema di disegno di legge ancora "aperto". Verso la fine del prossimo gennaio questo lavoro tornerà alla Conferenza dei sindaci e da quel momento partiranno i 30 giorni previsti dalla legge per portare al Consiglio regionale il testo delle nuova normativa ARC/GB