Scoccimarro ha ricordato occupazione titina fu una delle pagine
peggiori della storia triestina
Trieste, 12 mag - "Trieste è una città prosperosa che sta
vivendo un momento di grande sviluppo, come l'intero Friuli
Venezia Giulia. Una realtà divenuta possibile, nel tempo, proprio
a partire dalla sua liberazione dall'occupazione da parte
dell'esercito jugoslavo guidato dal maresciallo Tito, che segnò
l'inizio della rinascita della città dopo gli orrori della
guerra. Le atrocità commesse durante i quaranta giorni
d'occupazione titina se fossero proseguite avrebbero inferto alla
città una ferita mortale, dalla quale probabilmente non si
sarebbe più ripresa. La storia per fortuna ha preso un altro
corso e di questo dobbiamo essere grati anche ai numerosi
cittadini che durante quei giorni bui lottarono e misero in
pericolo la propria vita per affermare l'italianità del capoluogo
regionale".
È questo il pensiero espresso, a margine della celebrazione della
Giornata della Liberazione della Città di Trieste
dall'occupazione jugoslava, dall'assessore regionale alle
Autonomie locali Pierpaolo Roberti che ha evidenziato come "il
Carso, con le sue foibe, sia stato testimone delle atrocità
compiute dal regime titino, che non hanno riguardato solo gli
italiani, alcuni dei quali colpevoli solo di indossare una divisa
ma per la maggior parte civili inermi, ma anche molti sloveni e
croati che non condividevano il pensiero comunista. Un fatto
storico, la cui accettazione ha permesso di porre le basi per
superare le tragedie del Secolo breve e creare l'amicizia che
oggi lega il Friuli Venezia Giulia e la Repubblica di Slovenia.
Un esempio di quella che è la vera essenza dell'Europa dei
popoli".
Alla celebrazione svoltasi nella sala del Consiglio comunale di
Trieste, in piazza dell'Unità d'Italia per l'alzabandiera solenne
e al Parco della Rimembranza, dove è stata deposta una corona
alla lapide che ricorda l'evento hanno preso parte anche
l'assessore regionale alla Difesa dell'ambiente ed energia Fabio
Scoccimarro e, tra gli altri, il vicesindaco del Comune di
Trieste Serena Tonel, il presidente del Consiglio comunale
Francesco Di Paola Panteca, il prefetto e il questore di Trieste,
Pietro Signoriello e Pietro Ostuni, e i vertici delle Forze
dell'ordine e delle Forze armate, oltre ai rappresentanti delle
associazioni combattentistiche e d'armi.
Scoccimarro ha rimarcato che "il 12 giugno è la vera 'giornata
della liberazione' di Trieste, passata dall'occupazione nazista a
quella slavo-comunista di Tito. Questa data segna la fine di un
periodo oscuro nella storia della città, durante il quale le
truppe jugoslave non furono affatto liberatrici, ma piuttosto
portatrici di terrore, violenza e repressione. Gli infoibamenti,
in particolare, rappresentarono una delle pagine più nere della
nostra storia: uomini, donne e bambini furono vittime di una
repressione che non conosceva pietà".
L'assessore ha quindi sottolineato che "il 12 giugno è il momento
in cui la città finalmente si liberò dal giogo jugoslavo, grazie
all'intervento delle forze alleate, e iniziò un percorso di
rinascita e ricostruzione. Celebrando questa data, rendiamo onore
a tutte le vittime dell'occupazione jugoslava e affermiamo con
forza la verità storica, opponendoci a qualsiasi tentativo di
revisionismo. Ricordare il 12 giugno come la liberazione di
Trieste significa anche riaffermare i valori di libertà,
giustizia e democrazia, che sono alla base della nostra società.
È un tributo a chi ha sofferto e a quelli che hanno lottato per
restituire la dignità e la pace alla nostra città. In questo
modo, possiamo costruire un futuro in cui tali atrocità non si
ripetano mai più, e in cui la memoria storica sia preservata per
le generazioni future".
ARC/MA/pph