Trieste, 19 ago - È stato innescato da una grandinata il fenomeno dell'improvviso arrossamento degli aghi di pino in alcune zone della Carnia. A comunicarlo è il servizio Fitosanitario, chimico-agrario, analisi e certificazione dell'ERSA (Ente regionale per lo sviluppo rurale) che, assieme agli altri uffici regionali competenti, sta attentamente seguendo l'evoluzione del problema, che ha toccato in particolare l'area tra Caneva e Villa Santina.
È proprio qui che, dall'inizio di luglio, si è verificato un forte e repentino arrossamento degli alberi: il fenomeno ha colpito con particolare evidenza i pini neri ma anche, con minore intensità, i pini silvestri.
La situazione è stata prontamente segnalata agli uffici della direzione centrale Risorse agricole naturali e forestali della Regione (servizio Gestione forestale), dal personale delle stazioni forestali di Tolmezzo e Villa Santina che opera un continuo monitoraggio dello stato di salute delle foreste del Friuli Venezia Giulia nell'ambito dell'inventario fitopatologico forestale regionale (Bausinve).
Nelle aree interessate dal fenomeno sono stati eseguiti dei sopralluoghi, da parte del personale regionale con esperti in patologia forestale dell'Università di Udine, per stabilirne la causa.
La valutazione dei campioni vegetali raccolti è ancora in corso ma, da un primo esame delle piante colpite, la causa dell'arrossamento degli aghi dei pini è stata attribuita a una violenta grandinata verificatasi il 16 giugno 2009 che ha causato consistenti ferite meccaniche alle piante. Buona parte delle ferite cicatrizzano abbastanza rapidamente, se non intervengono fattori di origine parassitaria.
Malauguratamente nelle pinete è sempre presente una malattia tipica delle conifere e in particolar modo dei pini dovuta al fungo "Diplodia pinea", in grado di causare il disseccamento dei rami. Questo agente di norma passa inosservato nelle pinete di origine naturale e in buono stato vegetativo, anche se è sempre presente sulle vecchie pigne, su qualche germoglio, su rami e rametti indeboliti per altre cause.
Le ferite causate dalla grandine provocano spesso una vera e propria esplosione della malattia, in quanto esse facilmente costituiscono una via d'entrata per nuove infezioni. I rami stressati dai danni meccanici sono inoltre molto meno reattivi e quindi facilmente soccombono, anche in seguito all'attivazione di preesistenti infezioni latenti.
Anche se sul territorio regionale si sono già verificati in passato analoghi episodi (nel 2003 e 2004 nel Carso duinese e in Val d'Arzino) è praticamente impossibile, al momento attuale, prevedere con certezza l'evoluzione dello stato fitosanitario delle pinete interessate dalla grandine del 16 giugno, in quanto solo tra alcuni mesi sarà possibile distinguere i soggetti irrimediabilmente compromessi da quelli che evidenziano segnali di ripresa.
La situazione sarà comunque tenuta sotto controllo dal personale forestale e dagli esperti in patologia forestale operanti nell'ambito del programma Bausinve.
ARC/Com/GB