Gradisca d'Isonzo, 2 ago - Mentre il presidente della Regione, Renzo Tondo, parla guardando negli occhi i tanti friulani accorsi oggi in piazza a Gradisca per la convention annuale di Ente Friuli nel mondo, "raggiunge" via satellite contemporaneamente molti dei 6 milioni di corregionali all'estero. E' un gran merito della globalizzazione multimediale se oggi i friulani in patria e quelli sparsi nel mondo si sentono più vicini e questo è un aspetto su cui il presidente dell'Ente, Giorgio Santuz, collegato via internet con 25 Paesi, ha deciso di puntare per le prossime iniziative di scambi e attività. Un nuovo corso impresso negli ultimi anni di vita dell'Ente che lascia molto soddisfatto Tondo, convinto della necessità di coinvolgere le nuove generazioni di emigrati e i figli di questi ad operare con il Friuli Venezia Giulia in progetti di crescita economica che cementino anche cultura ed esperienze sociali. "L'economia oggi non ha frontiere, si vince o si perde tutti insieme, e per questo voi potete rappresentare una grossa opportunità di crescita e rafforzamento di contatti per la nostra regione. Questi 5 milioni di persone nel mondo che ci guardano con affetto e di cui noi siamo orgogliosi allargano i nostri confini", ha rimarcato Tondo rivolgendosi ai cittadini ai quali chiede di non recidere il filo del contatto. La Regione, ha poi aggiunto il governatore, è impegnata assieme alle altre istituzioni, pur in un momento di difficoltà economica internazionale, a sostenere l'attività dell'Ente Friuli nel mondo affinché i tanti corregionali si sentano ancora figli di questa terra. "E' un sostegno nel senso della continuità, che va al di là degli schieramenti politici, perché c'è un filo che collega la diaspora e diventa patrimonio di tutti noi. Nessuno si può scordare quanto importanti siano stati i contributi di ogni tipo che i friulani nel mondo hanno dato alla ricostruzione del Friuli. Sono i valori che ci hanno legato, la solidarietà e il senso di comunità". Infine, Tondo rimarca il modello di emigrazione rappresentato dalla storia friulana. "Non voglio entrare nella polemica che spesso assume titoli d'attualità esagerati rispetto alla realtà della clandestinità - ha commentato - ma credo che noi faremmo bene a raccogliere le testimonianze dei nostri emigranti inseriti nelle varie comunità di tutti i continenti e portarli ad esempio. E' stata un'emigrazione che ha rispettato le leggi e le norme dei paesi ospitanti, le loro culture e le loro condizioni. A chi viene da noi, chiediamo solo questo, che in un momento di scambi inevitabili quanto auspicabili rispetti le nostre regole con il buon senso che hanno dimostrato in tutti questi anni i nostri corregionali all'estero". Sul palco, assieme al presidente della Regione, sono intervenuti il presidente del Consiglio regionale, Eduard Ballaman, il sindaco di Gradisca, Franco Tommasini, i presidenti delle Province di Gorizia e Udine, Enrico Gherghetta e Pietro Fontanini, il vicepresidente di Pordenone, Eligio Grizzo. Folto il parterre di autorità. Presenti, tra gli altri, i senatori Carlo Pegorer e Ferruccio Saro, il sindaco di Gorizia, Ettore Romoli, il prefetto Maria Augusta Marrosu ed i consiglieri regionali Franco Brussa ed Alessandro Colautti. ARC/EP