Nel palazzo del Monte di Pietà le immagini della preparazione del
colossal
San Daniele del Friuli, 14 mar - "Un capolavoro artistico e
della cinematografia che a distanza di tanti anni dalla sua
produzione è ancora capace di comunicarci con forza e grande
commozione la vita di Gesù, dal mistero della sua nascita alla
Passione fino alla Resurrezione. Una mostra emozionante, che ci
dà la possibilità di ripercorrere luoghi e dimensioni storiche
filtrate dallo sguardo di un grande regista, capace di coglierne
la grandezza e di riprodurla con semplicità di linguaggio. Di
fronte a queste fotografie non possiamo che emozionarci e
rivivere l'attenzione, lo studio e la meticolosità di tanti
professionisti che hanno lavorato per consegnare alla storia
della televisione un colossal ancora oggi attuale".
Così questa sera l'assessore alle Finanze del Friuli Venezia
Giulia Barbara Zilli, intervenuta l'inaugurazione della mostra
"Il Gesù di Zeffirelli. La preparazione di un colossal", evento
che si è tenuto a San Daniele del Friuli negli spazi del palazzo
del Monte di Pietà, un'esposizione che si apre oggi e che resta
visitabile fino alle 14 marzo, lunedì, mercoledì venerdì, sabato
e domenica dalle 9:00 alle 12:00, a ingresso gratuito.
Hanno preso parte all'evento, tra gli altri, il sindaco di San
Daniele del Friuli, Pietro Valent, il presidente dello
Scriptorium Foroiuliense, Roberto Giurano, il figlio del regista,
Pippo Zeffirelli e il presidente della Comunità Collinare,
Luigino Bottoni.
Attraverso fotografie e disegni originali, l'esposizione vuole
mettere in luce il grande lavoro progettuale del regista,
sceneggiatore e scenografo Franco Zeffirelli nel periodo che
precedette le riprese del celebre film uscito nel 1977: "Gesù di
Nazareth".
"Un'occasione importante di approfondimento in questo periodo
dell'anno in cui ci avviciniamo alla Pasqua - ha osservato Zilli
-. Il grande maestro Zeffirelli, ancora oggi grazie a questa
mostra, ci riporta ai tempi di Gesù, attraverso i volti di grandi
attori e di tante comparse, ma anche attraverso i gesti delle
maestranze, capaci di realizzare costumi e scenografie
eccezionali. Tra i tanti gesti immortalati dalle fotografie
dell'epoca possiamo rivivere le emozioni di chi li ha compiuti
per trasmetterci un messaggio universale di pace e di speranza".
"Il Gesù di Zeffirelli ci parla ancora oggi e ci lancia la
provocazione positiva di ricercare nei simboli di queste immagini
le radici della nostra comunità - ha osservato ancora Zilli -.
Solamente riconoscendo la nostra anima più profonda possiamo
costruire un futuro fatto di certezze. Un plauso agli
organizzatori per avere ancora una volta colto nel segno,
portando questa mostra in Friuli Venezia Giulia, soprattutto in
questo particolare periodo storico".
ARC/PT/ma