Trieste, 22 lug - Gli studi confermano le grandi opportunità di sviluppo che si offrono al Friuli Venezia Giulia ed al Paese realizzando il Corridoio V e integrandolo con la rete portuale dell'Alto Adriatico, ma le prospettive possono avverarsi solo se vi sarà una forte scelta politica che porti presto i Paesi dei Balcani occidentali all'integrazione nell'Unione europea.
Il ministro degli Affari esteri Franco Frattini ha dato questa lettura e indicato questo preciso indirizzo politico, dopo aver assistito alla presentazione dello studio "Per un polo di sviluppo dell'Alto Adriatico", realizzato dall'Istituto per l'Europa Centro-Orientale e Balcanica di Forlì e presentato oggi a Trieste nella sede della Camera di Commercio, con la collaborazione dell'Università Popolare presieduta da Silvio Delbello.
Consapevolezza e condivisione di questi obiettivi sono stati espressi dal presidente della Regione Renzo Tondo che ha notato la necessità che in quest'area, dove in ogni Stato c'è una minoranza che si riferisce a quello vicino, è necessario guardare al futuro e allo sviluppo comune più che soffermarsi sul passato.
Lo stesso concetto di tutela delle minoranze, hanno condiviso Frattini e Tondo, non va visto come strumento di difesa del passato ma come elemento di propulsione perché le minoranze sono "un valore aggiunto - ha sottolineato il ministro - che più si esprime meglio è".
Una regione come il Friuli Venezia Giulia, che ha una lunga tradizione di apertura verso i Paesi vicini, "ha piena consapevolezza - ha detto Tondo - che la partita delle infrastrutture è fondamentale".
Il presidente ha ricordato di aver accettato proprio per questo motivo di essere commissario per la terza corsia dell'Autostrada A4 e la realizzazione di opere correlate. Se per l'adeguamento dell'autostrada ormai la partenza è avvenuta - ha notato Tondo - rimangono aperte le partite delle ferrovie e della rete portuale.
La realizzazione di un disegno così vasto può oggi passare attraverso la costituzione di un Gruppo Europeo Territoriale di Cooperazione, che si potrà anche chiamare Euroregione, e che in Italia - ha detto Tondo - "non si ferma al Veneto per abbracciare anche l'Emilia Romagna" perché i porti dell'Alto Adriatico si devono vedere in sinergia da Ravenna a Fiume.
Sul tavolo c'è anche la partita dell'energia in merito alla quale, ieri a Lubiana, il presidente del Friuli Venezia Giulia ha informato sugli indirizzi della Regione e ha offerto collaborazione, lasciando la trattativa al livello degli incontri tra i due governi nazionali. Questo discorso, secondo il ministro degli Esteri Frattini, va fatto nella piena disponibilità all'informazione reciproca e alla collaborazione sia che si parli di impianti di rigassificazione in Italia che della centrale nucleare in Slovenia, "come si fa tra amici" che hanno comuni obiettivi nel quadro dell'integrazione europea.
L'illustrazione dello studio, introdotta dal presidente dell'IECOB Stefano Bianchini, è stata curata da Claudio Tonini e Francesco Privitera.
ARC/GB