RICERCA PER ECCELLENZA VITICOLTURA DEL FVG

Mereto di Tomba, 28 giu - Trarre da una consuetudine del territorio l'occasione per raccordarsi con efficacia con l'agricoltura tradizionale, al fine di ottimizzare le produzioni locali e non solo, e consolidare l'eccellenza dell'agricoltura del Friuli Venezia Giulia. Tale si è rivelato l'appuntamento dell'assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali e Forestali, Claudio Violino, a Tomba di Mereto, in occasione della "7/ma Sagre dal vin chi vin", "il vino che abbiamo", cioè quello prodotto in casa. Si tratta di un evento popolare (che si concluderà domani) generato dalle consuetudini della civiltà contadina, e che coniuga con efficacia una sfida locale e forse anticamente occasionale tra i produttori del "vin di famee", con un momento di approfondimento dell'eccellenza della ricerca in enologia. Eccellenza, che nel Friuli Venezia Giulia si può già sintetizzare con l'attività che viene svolta da anni dall'Università di Udine nel settore enologico. Nonché nel lavoro minuzioso che a Rauscedo i ricercatori compiono quotidianamente per individuare le varietà viticole capaci di resistere all'attacco dei parassiti. Ciò, con l'obiettivo di ridurre, forse eliminare l'impiego di antiparassitari e di proporre al vigneto regionale varietà in grado di sostenere la concorrenza in termini di progettualità e di qualità di eccellenza. È stato questo il cardine del convegno di Tomba di Mereto. Momento di approfondimento che ha consentito di evidenziare l'impegno in atto da parte del mondo della ricerca all'azienda universitaria "Servadei", attiva da anni sui terreni dell'ex ospedale psichiatrico della città di Udine. Lavoro che è stato illustrato dal professor Raffaele Testolin, dell'ateneo udinese. Testolin ha ricordato che la coltivazione della vite deriva da una consuetudine risalente a 10 mila anni fa, nella zona del mar Caspio, attestasi nel Mediterraneo, e sviluppata dagli antichi romani. La viticoltura è poi stata messa in discussione dall'importazione in Europa di viti dagli Stati Uniti d'America, che ha trasportato sul vecchio continente anche le forme parassitarie devastanti là presenti, come la peronospora, l'oidio e la filossera, con le quali i vigenti convivano nel nuovo continente. Da ciò, da due secoli a questa parte, l'esigenza dei ricercatori di individuare piante della vite non sensibili all'attacco dei parassiti. Con il sostegno della Regione, tale ricerca produrrà i primi risultati tra il 2012 e il 2013. Quali saranno gli effetti concreti di tali scoperte? Sarà possibile risparmiare all'ambiente 68 mila tonnellate di pesticidi che attualmente vengono irrorati ogni anno sul vigneto europeo, che ricopre il 3 per cento della superficie agricola del continente, e rappresenta il 65 per cento delle sostanze chimiche che sono essere irrorate sulle colture dell'Europa. Occorre inoltre considerare che ogni anno, sulle campagne del continente sono aspersi ben 10 milioni di tonnellate di sostanze chimiche; delle quali 100 mila tonnellate in Italia. Il rimedio? L'Università di Udine ha individuato alcune varietà della vite, tramite incroci e non con azioni genetiche, capaci di resistere ai parassiti. Le prime piante saranno disponibili nel 2013. Si tratta di vitigni di Tocai, Cabernet, Cabernet Sauvignon e Merlot, incrociati con varietà che, spontaneamente, se lasciate crescere sui terreni, sono in grado di difendersi spontaneamente dai parassiti. Violino ha messo in risalto le capacità degli organizzatori della festa tradizionale di guardare avanti, verso il futuro e lo sviluppo del mondo rurale, valorizzando i sentieri di ricerca che il mondo universitario propone alla nostra società, a volte in sordina, ma con risultati che in futuro potranno rivoluzionare il modo di fare agricoltura che ci è noto e consueto. Rivoluzionarlo a vantaggio degli agricoltori, ma nel contempo dell'intera comunità regionale e dell'ambiente. La "Sagre dal vin chi vin è infatti nata come una festa legata al patrono, dovuta all'impulso degli agricoltori dalla zona, ma si è rivelata un concreto laboratorio di idee a vantaggio del mondo rurale. Secondo Violino, nella viticoltrua, ma anche nell' agricoltura in senso ancor più ampio, si risentono in modo esasperato gli effetti della globalizzazione. Ecco che anche le recenti azioni dell'Amministrazione, che hanno consentito di reperire dallo Stato otto milioni di euro per la promozione della nuova denominazione del Tocai, "Friulano", e l'allargamento della DOCG del Prosecco alla zona di pianura delle quattro Province del Friuli Venezia Giulia, aprono prospettive nuove al mondo rurale. Nonché all' affermazione dei contenuti più profondi della civiltà contadina del Friuli Venezia Giulia. ARC/Carlo Morandini