COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO: TONDO, OCCORRE FARE SISTEMA

Udine, 19 giu - Il futuro della cooperazione allo sviluppo, dei progetti che le Regioni finanziano nei Paesi più poveri del mondo, sta in un sempre maggiore coordinamento fra le istituzioni (regionali, statali, europee) e in una rottura degli steccati tradizionali fra le diverse attività che vengono svolte all'estero, a cominciare dai programmi di internazionalizzazione delle imprese. Questi gli indirizzi emersi dalla Conferenza regionale sulla cooperazione allo sviluppo e il partenariato internazionale, che si è aperta oggi a Udine su iniziativa della Regione Friuli Venezia Giulia. La Conferenza costituisce l'occasione per fare il punto - con le associazioni del volontariato, gli Enti locali e gli altri soggetti che promuovono e gestiscono i progetti all'estero - sulla legge regionale 19 del 2000 sulla cooperazione allo sviluppo che mette a disposizione quest'anno 1,3 milioni di euro con i quali potranno essere finanziati una trentina di programmi. A concludere i lavori, ai quali hanno preso parte come relatori esperti italiani e stranieri, sono stati il presidente della Regione Renzo Tondo e il sottosegretario agli Affari esteri Stefania Craxi. Il presidente ha voluto innanzi tutto rivolgere "un pensiero e un ringraziamento ai tanti cooperatori del Friuli Venezia Giulia che sono in giro per il mondo, a queste persone che hanno deciso di dedicare una parte della propria vita a chi ha bisogno, e che lavorano nell'ombra". Proprio per dare continuità a quest'opera è necessario, secondo Tondo, far crescere in prospettiva una nuova generazione di cooperatori, giovani e dinamici, con il coinvolgimento delle Università. Tondo ha anche sottolineato l'importanza, su un tema così complesso e vasto come quello della cooperazione allo sviluppo, di assumere un atteggiamento "non ideologico, ma laico e libero, attento alle cose possibili e alle cose concrete". Atteggiamento non ideologico significa, per esempio, che impresa e solidarietà non sono necessariamente due campi separati e contrapposti: le imprese hanno la funzione di creare ricchezza e possono essere interessate e indirizzate a crearla proprio dove c'è più bisogno, cioè nei Paesi in via di sviluppo. Sia Tondo che il sottosegretario Stefania Craxi hanno anche ribadito l'importanza di "fare sistema", di mettere in comune le conoscenze e le capacità tra tutti coloro - istituzioni pubbliche e private - che sono impegnati nella cooperazione allo sviluppo, per costruire progetti di dimensione significativa che siano in grado di concorrere all'assegnazione di finanziamenti europei e internazionali. "Non un euro in questo campo deve essere sprecato", ha detto il presidente della Regione. In occasione della Conferenza sono state delineate le strategie della cooperazione allo sviluppo in Friuli Venezia Giulia. Esse prevedono uno stretto rapporto con gli ambiti delle politiche internazionali e delle politiche di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese; un più incisivo coordinamento interregionale, statale ed europeo per inserirsi in progetti quadro di più ampia portata; infine il coinvolgimento di soggetti nuovi: oltre a volontariato ed Enti locali, anche associazioni imprenditoriali e sindacati, associazioni di immigrati e di corregionali all'estero. ARC/PF