L'assessore nell'ospedale di Pordenone: ma va sconfitto quel
pericoloso clima di violenza che si è creato attorno alla sanità
Pordenone, 25 gen - "Gli impianti di videosorveglianza nei
Pronto soccorso e in altri ambiti delle strutture sanitarie sono
importanti e necessari strumenti per prevenire atti di violenza e
favorire la sicurezza e la protezione dei pazienti e del
personale sanitario che deve poter operare nella massima
tranquillità possibile per garantire gli interventi in emergenza
e la salute dei cittadini. Ma credo sia anche opportuno
interrogarsi sul clima di violenza ingiustificata e di
aggressione continua che si sta diffondendo verso chi opera in
sanità e verso chi è chiamato ad assumere scelte anche difficili
e impopolari. Senza un recupero del senso di responsabilità si
rischia una pericolosa deriva che fa danni al sistema".
Lo ha detto questa mattina l'assessore regionale alla Salute,
politiche sociali e disabilità Riccardo Riccardi intervenendo
nell'ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone per la
presentazione del progetto di videosorveglianza per rendere più
sicuro il Pronto soccorso, volto in particolare alla tutela degli
operatori dell'emergenza.
Le telecamere in funzione nell'area - che conservano il diritto
alla privacy e alla riservatezza dei dati sensibili con la
visione solo a posteriori e nel caso di indagini di polizia -
monitorano gli ingressi al Pronto soccorso, le sale d'attesa, i
corridoi di passaggio alle sale visita e i Punti triage. Negli
spazi dedicati ai triage, inoltre, è operativo un sistema di
allerta a pulsante - attivabile dall'operatore in caso di
necessità - direttamente collegato con la Questura di Pordenone
in modo da garantire un tempestivo intervento.
"La speranza - ha proseguito Riccardi - è che i comportamenti di
chi ha legittime opinioni differenti rispetto ad alcune
situazioni o scelte possano manifestarsi in maniera diversa da
come abbiamo visto negli ultimi mesi in cui si è assistito a
violenze e aggressioni. Il clima che si è creato rischia di
mettere a dura prova il lavoro di tante persone che sono
impegnate nel sistema sanitario. Non si può pensare - ha
sottolineato con preoccupazione l'assessore - che tutti coloro
che si impegnano nel sistema sanitario, dalla politica ai medici
e infermieri in prima linea, non cerchino di fare le cose nel
modo migliore con gli strumenti che hanno a disposizione. Se poi
ci sono delle legittime opinioni diverse, queste devono essere
certo manifestate, ma non attraverso la violenza fisica e
verbale".
L'esponente dell'Esecutivo regionale ha anche aggiunto: "Gli
strumenti di videosoerveglianza sono necessari e molto utili per
migliorare la sicurezza nel lavoro del personale, ma non bastano
a rendere il momento che stiamo attraversando sufficientemente
sereno e libero rispetto a una serie di scelte importanti che il
sistema sanitario è chiamato e obbligato a fare se si vuole
continuare a garantire i servizi ai cittadini. Per questo serve
recuperare un equilibrato senso di responsabilità che, seppure
nel confronto di opinioni e nel giusto dissenso, consenta a chi
lavora nella sanità e per la sanità del futuro di operare e di
decidere con la necessaria serenità, senza i timori di incorrere
in episodi di violenza e di aggressione".
L'installazione delle telecamere al Pronto soccorso di Pordenone
- come ha spiegato il direttore generale di Asfo, Giuseppe
Tonutti - rappresentano solo un primo tassello di un progetto più
ampio, che prevede la videosorveglianza anche negli altri Pronto
soccorso dell'Azienda e nelle sedi di Guardia medica e di altri
servizi nei distretti del territorio. Annunciato anche un piano,
che è allo studio, di un sistema di telecamere mobili per gli
operatori che prestano servizio a domicilio.
ARC/LIS/ma