Punto di riferimento nazionale per l'attività trapiantologica:
oltre 730 trapianti di cuore dal 1985
Udine, 12 dic - "La Cardiochirurgia di Udine, punto di
riferimento nazionale per l'attività trapiantologica con oltre
730 trapianti di cuore al suo attivo dal 1985 ad oggi, è una
storia di successo che va analizzata. Con i suoi 111 trapianti
quest' anno contro i 102 del 2022 dimostra di essere una
struttura che funziona: non ci sono doppioni, non c'è
frammentazione nè sovrapposizione, ci sono invece la
concentrazione dei professionisti in un unico punto, una
casistica adeguata e opportunità per sviluppare competenze grazie
all'utilizzo della tecnologia. Declinare questi elementi anche in
situazioni meno complesse permetterebbe di ottenere altrettanti
positivi risultati a favore dei cittadini e consentirebbe di
trovare soluzioni ai molti problemi del sistema sanitario".
Lo ha detto l'assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi,
intervenendo alla conferenza stampa del dipartimento
Cardiotoracico dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli
centrale (Asufc) oggi nel presidio ospedaliero udinese assieme al
direttore generale di Asufc, Denis Caporale, ai direttori del
dipartimento Cardiotoracico, Massimo Imazio, di Cardiochirurgia
Igor Vendramin e del Centro regionale Trapianti, Roberto
Peressutti.
L'appuntamento ha dato conto sia dei risultati del Pne (Piano
nazionali esiti) sia dell'attività trapiantologica: il presidio
ospedaliero Santa Maria della Misericordia di Udine è fra i primi
18 ospedali in Italia per l'area cardiovascolare secondo i dati
del Pne, l'osservatorio sull'assistenza ospedaliera in Italia,
con valutazione attraverso una serie di indicatori relativi a
otto diverse aree cliniche. Complessivamente si tratta di un
risultato molto positivo delle Strutture di Cardiologia e
Cardiochirurgia afferenti al dipartimento Cardiotoracico che
conferma l'ottimo lavoro svolto.
Nel suo intervento Riccardi ha invitato ad analizzare
puntualmente le ragioni di questo successo allargando la visione
alla necessità di superare "conflitti e resistenze che non
aiutano il sistema della salute".
"Mi auguro che il buon senso prevalga superando alcuni interessi
territoriali, professionali, sindacali e le logiche elettorali -
ha aggiunto -. Le istanze di questi portatori di interesse sono
legittime ma all'interno di un quadro di sostenibilità"; il
riferimento è andato anche alle recenti polemiche inerenti la
chiusura del punto nascita di San Vito al Tagliamento, "decisione
- ha ribadito Riccardi - dettata da un obbligo di responsabilità
a garanzie dei cittadini per una condizione di rischio indicata
dai sanitari".
Durante la conferenza stampa, Vendramin ha informato
sull'importante impiego, in questi anni, di dispositivi meccanici
di assistenza cardiocircolatoria, sempre più sofisticati e
tecnologicamente avanzati, per il trattamento dello scompenso
cardiaco avanzato. Ad oggi si registrano più di 70 impianti di
questi dispositivi eseguiti presso la Cardiochirurgia di Udine,
che spaziano da device miniaturizzati totalmente impiantabili, in
grado di supportare ed affiancare il cuore nativo, a soluzioni
più estreme come il cuore artificiale totale con sostituzione
completa del cuore nativo.
L'innovazione tecnologica può permette di utilizzare organi
definiti marginali, che normalmente non vengono impiegati,
espandendo l'offerta e quindi riducendo la mortalità dei pazienti
in attesa di un organo. Nel 2021, infatti, su 539 cuori offerti,
ne sono stati accettati e utilizzati per trapianto solo il 48,6%.
Il presidio di Udine ha cercato di capire quali soluzioni
tecnologiche e terapeutiche potessero essere utili per recuperare
questi 'cuori marginali'; le risposte sono in parte arrivate
dall'innovazione tecnologica che permette di preservare l'organo
espiantato in modo più fisiologico.
E grazie alle nuove tecnologie e al personale coinvolto (una
trentina fra medici, infermieri, tecnici perfusionisti e oss) il
9 settembre scorso, è stato possibile realizzare con successo il
trapianto di cuore, della durata di 22 ore, a due persone in
contemporanea utilizzando cuori prelevati in due regioni lontane
tra loro e dal Friuli Venezia Giulia. Si è trattato di due casi
urgenti: una ragazza di 28 anni con una cardiomiopatia aritmogena
in fase terminale e un uomo di 48 anni già portatore di un
sistema di assistenza ventricolare sinistra.
Il dipartimento cardiotoracico come ha illustrato Imazio ha avuto
un'ottima performance per l'area cardiovascolare come emerge dai
risultati del Pne che, fra i sei indicatori, inserisce la
mortalità a 30 giorni per infarto miocardico acuto: la
performance del dipartimento è di una mortalità al 5,39% ben
inferiore alla media nazionale (sopra al 7%) ed al di sotto del
valore atteso del 7%. Un secondo dato favorevole è rappresentato
dalla mortalità a 30 giorni per scompenso cardiaco che è del
10,3%, leggermente al di sotto della media nazionale del 10,7%.
Va tenuto anche tenuto conto che l'età media della popolazione
del Fvg è maggiore di quella italiana e l'età rappresenta un
maggior fattore di rischio per una più alta mortalità.
La cardiochirurgia, come è emerso, ha saputo sviluppare
competenze e percorsi organizzativi che hanno permesso un
progressivo incremento dei trapianti fino a raggiungere un numero
costantemente superiore a 20 all'anno.
La conferenza stampa ha anche dato conto dell'apertura della
nuova sala angiografica nel padiglione 5 dell'ospedale Santa
Maria della Misericordia a Udine, prevista per la prossima
primavera.
ARC/LP/pph