(ACON) Trieste, 20 nov - "Ora Riccardo Riccardi sospende e poi
chiuderà il Punto nascita di San Vito al Tagliamento, dopo aver
promesso il contrario. Così fece nel 2019 quando fu la volta di
quello di Palmanova. E non bastarono le aspre contestazioni dei
cittadini per fargli cambiare idea. Fu sua e di Massimiliano
Fedriga la decisione di chiudere per sempre un Punto nascita
d'eccellenza, come quello di Palmanova, che contava 800 nati
all'anno per riaprirne uno, quello di Latisana, che non
raggiungeva i limiti di legge. Ora si chiude San Vito al
Tagliamento, da circa 600 parti all'anno, per cercare di salvare
nuovamente quello di Latisana che per pochi parti raggiunge il
limite richiesto dai medici per continuare ad operare, secondo
quanto previsto dal Decreto Balduzzi".
A sottolinearlo, in una nota, è Francesco Martines, consigliere
regionale del Pd. "Una strategia, quella di questa Giunta
regionale, volta a colpire solo quei territori non allineati
politicamente, anche se superano i numeri di parti richiesti
dalle norme, indebolendo servizi e strutture non amministrati dal
Centro-destra. Si agisce - aggiunge l'esponente dem - per
convenienze territoriali ignorando, come a Palmanova, il parere
dei medici e del personale sanitario che opera quotidianamente
sul campo e che ha a cuore la sicurezza delle partorienti e dei
nascituri".
"Una strategia - prosegue Martines - solo all'apparenza confusa,
fatta di annunci dalla sera alla mattina, che ignora le proteste
dei cittadini, ma che nasconde una visione complessiva chiamata
da Riccardi riorganizzazione ma che significa solo chiusure,
riducendo, tra non molto, a soli cinque i Punti nascita in
regione e condannando inevitabilmente anche Latisana alla
chiusura, rigorosamente dopo la scadenza elettorale delle
Europee. Un piano evidente da anni, di cui avevo scritto su tutti
i giornali già nel 2019 e che ora vede la luce in maniera ancora
più palese".
"E intanto - conclude il consigliere di Opposizione - aumentano i
costi del servizio sanitario regionale, si continuano a spendere
soldi dei cittadini per tappare buchi di bilancio nelle aziende
sanitarie e, nello stesso momento, si premiano attraverso i bonus
i direttori generali della sanità".
ACON/COM/fa