Udine, 4 nov - "In questa che è la Giornata dell'Unità
Nazionale, ho voluto essere presente al convegno dei donatori di
sangue del Nordest, perché credo che la cultura e i traguardi
raggiunti dal nostro Paese siano merito anche di realtà
associative come Afds, Avis e Fidas, tutte animate da valori
importanti: solidarietà, gratuita e anonimato. Un sentire e un
agire che non porta beneficio soltanto a chi è nella necessità e
nella difficoltà, ma che crea socialità, momenti di incontro e
confronto costruttivi: aspetti fondamentali, specialmente in
questo momento storico segnato da una società fortemente
destrutturata".
È su questi concetti che si è soffermato, in particolare, questa
mattina, l'assessore regionale con delega alla Salute del Friuli
Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, intervento a Udine, nel salone
del Parlamento del Castello, al convegno organizzato
dall'Associazione friulana donatori del sangue di Udine (Afds),
"Il futuro del dono del sangue e quello dei donatori" che ha
visto la partecipazione delle associazioni dei donatori di sangue
del Friuli Venezia Giulia, del vicino Veneto e di parte del
Trentino Alto Adige.
"Il sistema deve guardare con grande attenzione ai donatori di
sangue, e difenderlo. Sappiamo che la nostra è una regione
generosa: questa terra, che nella sua storia ha dovuto affrontare
situazioni molto difficili, tra le quali il terremoto del 1976,
porta nel suo Dna il talento del dono e dell'aiuto al prossimo.
Il numero di donatori, così come quello dei volontari, è il più
alto d'Italia in rapporto alla popolazione. Il dono del sangue
rende autosufficiente la nostra regione e aiuta quelle che sono
in difficoltà", ha fatto notare.
Nel continuare la sua riflessione, l'esponente dell'Esecutivo si
è soffermato su quello che sarà il futuro della donazione, a
fronte di una domanda crescente e di un'offerta che scenderà
inevitabilmente a causa dell'inverno demografico, con più persone
bisognose di aiuto e sempre meno giovani.
Sulle nuove generazioni, Riccardi ha osservato come grande sia
l'entusiasmo di molti giovani: "Il tempo che viviamo non è
semplice per loro - ha detto -, ma il loro sentire è sano: va
intercettato. Questo è il compito che ci spetta, questa la nostra
grande responsabilità, per creare una società del futuro solidale
e forte".
ARC/PT/pph