Villa Manin, 24 feb - "La gestione urbanistica del territorio ß
fondamentale perchá influisce sulla qualitÖ della vita, consente
un corretto sviluppo delle attivitÖ economiche, tutela l'ambiente
e il paesaggio": coså si ß espresso il presidente della Regione,
Riccardo Illy, concludendo oggi a Villa Manin il convegno su "La
nuova politica urbanistica della Regione".
Il convegno ß servito all'assessore alla Pianificazione
territoriale, MobilitÖ e Infrastrutture di trasporto, Lodovico
Sonego, per presentare una proposta di linee guida su cui
impostare la riforma della normativa urbanistica del Friuli
Venezia Giulia: in sostanza si tratta di sostituire con nuovi
strumenti il vecchio PUR (Piano urbanistico regionale) e la legge
regionale 52 del 1991, i quali "pur avendo rappresentato - ha
sostenuto Sonego - l'attenzione i questa Regione per il governo
del territorio, consentendo uno sviluppo molto più ordinato di
quanto accaduto in altre realtÖ, di fatto oggi appaiono
inadeguati o superati. Bisogna affrontare la riforma con una
prospettiva nuova e rivolta al futuro".
Dopo il lavoro di un gruppo di studio multidisciplinare, ora
dunque ß il momento del confronto più ampio per poi affidare agli
organi esecutivo e legislativo il compito di redigere e approvare
la nuova legge e il nuovo Piano. Cercando però di procedere con
rapiditÖ: per questo sia Illy che Sonego ritengono preferibile
approntare oggi alcune norme, che consentano poi una riforma vera
e propria e parallela sia della 52 sia del PUR.
Allora, se l'obiettivo della nuova politica urbanistica ß di far
diventare il Friuli Venezia Giulia "una regione ancora più ricca
e civile", essa deve avere al centro il cittadino e le imprese.
Per fare ciò la Giunta intende - ha aggiunto l'assessore -
"spogliare la Regione di molte attribuzioni per dar luogo a una
forte devoluzione di competenze agli Enti locali: ciò per meglio
rispondere alle attese di cittadini e imprese". Questa
"semplificazione" di procedure, che ß giÖ iniziata in materia
urbanistica, dovrÖ essere l'esito finale della devoluzione al
sistema delle Autonomie, nella convinzione che "il governo del
territorio ß dei Comuni".
Per Sonego, quindi, il nuovo piano territoriale regionale dovrÖ
vedere la Regione concentrarsi su poche materie (aria, acqua,
suolo, ecosistema della fauna e della flora; paesaggio e
documenti della cultura; sistemi infrastrutturali e tecnologici;
sistemi degli insediamenti) per perseguire alcuni obiettivi
(migliori condizioni per la crescita e competitivitÖ economica;
pari opportunitÖ per tutti i territori; coesione sociale interna
e integrazione con i territori esterni; miglioramento delle
condizioni di vita degli individui, della flora e della fauna;
conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale, storico
e paesaggistico).
Postulato che alla Regione spettano le grandi linee strategiche,
agli Enti locali spetterÖ il compito di riempire "il quadro,
coniugando gli strumenti attuativi allo strumento generale".
Massima autonomia, quindi, ma anche valorizzazione del principio
di responsabilitÖ con revisione del sistema dei controlli.
La riforma dovrÖ accompagnarsi ai principi di adeguatezza e di
sussidiarietÖ: i nuovi compiti affidati agli Enti locali,
infatti, non li trovano tutti allo stesso livello. Da qui la
necessitÖ di trovare forme operative su "area vasta" o magari
coinvolgendo le Province. Per questo la riforma degli strumenti
urbanistici sarÖ coerente con quella delle Autonomie locali. Il presidente Illy - che ha definito
buono il metodo del gruppo di lavoro e del confronto scelto per
giungere alla riforma degli strumenti urbanistici - ha posto
l'accento su quella che dovrÖ essere la Regione dopo le varie
riforme sul tappeto, tra cui quella urbanistica.
"Secondo noi - ha affermato - la Regione dovrÖ concentrarsi su
tre attivitÖ principali: legislativa, di alta pianificazione e
programmazione, di controllo non più però sugli atti
amministrativi. In questo quadro, poichá gli utenti fondamentali
della normativa urbanistica sono gli Enti locali da un lato e i
cittadini e il sistema produttivo dall'altro, affidando la
Regione l'attuazione delle norme agli stessi Enti locali, questi
dovranno cercare (anche con l'aiuto della Regione) di realizzare
strumenti chiari che evitino i ricorsi amministrativi".
"Da quanto sentito qui oggi - ha detto il presidente - gli
obiettivi della nuova normativa urbanistica riguardano la
certezza del diritto grazie a leggi chiare e di univoca
interpretazione; la qualitÖ dell'ambiente e del paesaggio, cui
aggiungerei la qualitÖ dell'edificato, che purtroppo in Italia si
ß perduta; la rapiditÖ nelle concessioni".
Rispetto alla rapiditÖ, essa ß possibile - ha continuato Illy -
semplificando le procedure, nonchß applicando i principi della
sussidiarietÖ e della responsabilitÖ, con l'informatizzazione non
solo della cartografia ma anche dei processi amministrativi, con
il coordinamento tra leggi e Piani e tra Regione e Enti locali.
Infine il presidente ha accennato alle aree produttive ("il
nuovo Piano urbanistico dovrÖ prevedere lo sviluppo e la
razionalizzazione delle aree artigianali e industriali,
concentrando queste ultime per poter offrire alle imprese servizi
adeguati") ed alle infrastrutture: "serve non solo la previsione
di quanto giÖ programmato - ha affermato - ma anche di un disegno
futuro per il Friuli Venezia Giulia".
Al convegno hanno portato il loro contributo di idee e di attese
i rappresentanti regionali degli industriali, Piero Della
Valentina, e degli artigiani, Carlo Faleschini, che hanno parlato
degli strumenti urbanistici in rapporto alle esigenze del sistema
produttivo; l'assessore all'urbanistica del Comune di Udine,
Giorgio Cavallo, che ha posto l'accento sul ruolo degli Enti
locali; il direttore della Baugestaltung-Holz di Salisburgo,
Dustin Tusnovics, che si ß soffermato sulla "qualitÖ nello
sviluppo: anche costruire ß un processo culturale".
Nel dibattito ß intervenuto, tra gli altri, il consigliere
regionale Giancarlo Tonutti. Ai lavori era presente anche il
consigliere regionale Roberto Molinaro. ARC/Nico Nanni