(ACON) Trieste, 21 set - "La gran parte degli studi presentati
si concentrano sugli aspetti economici, sociali, logistici
infrastrutturali del progetto acciaieria di San Giorgio di
Nogaro. La questione ambientale è stata sostanzialmente ignorata
ed è sorprendente perché non esiste un manufatto che sia ad
impatto zero: qualsiasi progettista di un'opera impattante sa che
prima o poi dovrà affrontare la valutazione ambientale. Non è
sufficiente quanto espresso dall'assessore Scoccimarro sulle
garanzie offerte da questa bozza di progetto in tema di tutela e
salvaguardia ambientale e di protezione della salute: sono
questioni sostanziali, che vanno affrontate indipendentemente
dalle tempistiche dei procedimenti autorizzatori".
Lo ha dichiarato la consigliera regionale Serena Pellegrino
(Alleanza Verdi e Sinistra) nel corso delle audizioni svoltesi
oggi in Consiglio regionale sul futuro industriale dell'area
Aussa-Corno, sottolineando inoltre la mancanza di trasparenza che
ha caratterizzato nel tempo la posizione del proponente,
"invitato all'audizione ed assente, opacità che ha costretto la
Regione a spendere il denaro dei contribuenti per far eseguire
studi e approfondimenti sul progetto".
Ha commentato ancora la consigliera: "Gli ambientalisti sono
intervenuti in maniera congrua e molto propositiva, mentre trovo
che chi ha enfatizzato la potenziale offerta di posti di lavoro
sia in contraddizione con quanto sentito pochi giorni fa, in
altra audizione, con gli esponenti del mondo produttivo regionale
che non trovano personale sufficiente a coprire le necessità
delle loro imprese".
"I lavoratori di questo polo siderurgico, per tecnologico che
sia, in buona parte non sarebbero italiani, ma sarebbero proprio
quelli che, al termine dell'orario in fabbrica, certi sindaci non
vogliono vedere per strada con le famiglie" ha affermato
Pellegrino.
"Auspico infine che l'audizione con i promotori della petizione
No Acciaieria si svolga come annunciato entro la prima quindicina
di ottobre" ha ribadito la consigliera, in quanto "la funzione
della petizione non si esaurisce sul progetto di San Giorgio di
Nogaro, enuncia un monito valido per qualsiasi progettualità e
non solo per aree dalla sensibilità ambientale così tanto
delicata come la nostra Laguna".
Sul futuro, conclude Pellegrino, "incombe la spada di Damocle
dell'articolo 13 del decreto legge 104 dello scorso agosto, da
convertire in legge entro il 9 ottobre, in forza del quale anche
in altre circostanze, ricorrendo cospicui investimenti stranieri,
Consiglio e Giunta regionali potrebbero essere esautorati e
vedersi imporre sia un progetto classificato dal Governo come di
preminente interesse strategico nazionale sia un commissario
straordinario in grado di operare come gli pare con l'unico
limite delle norme penali".
ACON/COM/mt