COMUNI E AUTORIZZAZIONI PAESAGGISTICHE

Trieste, 16 feb - Entro il prossimo 22 maggio, i Comuni che intendono mantenere la delega della Regione al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche devono dotarsi, in forma singola o associata, della Commissione locale per il paesaggio e dei responsabili dei procedimenti paesaggistico ed urbanistico edilizio, trasmettendo gli atti relativi alle nomine alla direzione centrale Pianificazione territoriale, Autonomie locali e Sicurezza. Se i Comuni hanno meno di 5 mila abitanti e non rilasciano più di 10 autorizzazioni paesaggistiche l'anno, l'istituzione della Commissione è sufficiente sia ad assicurare il livello di competenze richiesto dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, del 2004, che a garantire la differenziazione tra l'attività di tutela paesaggistica e le funzioni amministrative connesse al settore urbanistico-edilizio. In pratica, non è più necessaria la nomina del responsabile del procedimento paesaggistico, mentre rimane l'obbligo della nomina del responsabile del procedimento urbanistico. Entro il 30 giugno la Regione valuterà le documentazioni, verificando i requisiti di competenza tecnico scientifica e di organizzazione per l'esercizio di questa funzione amministrativa e per accompagnare le Autonomie Locali in questo percorso sono stati organizzati sull'argomento due momenti di confronto. Il primo ha avuto luogo oggi a Trieste "e segue - ha rilevato l'assessore regionale alle Autonomie locali ed alla Pianificazione Federica Seganti - quelli fatti in gennaio e febbraio sui contenuti della legge ponte (L.R. 12/2008), che già accenna alla semplificazione delle modalità necessarie alle autorizzazione paesaggistiche, un dato importante cui a livello nazionale fa riferimento anche il decreto Milleproroghe, che concede alle Regioni tutto il 2009 per dotarsi di propri piani paesaggistici". Se infatti le caratteristiche dei componenti della Commissione sono indicate nella delibera di Giunta 2970 dello scorso dicembre, l'istituzione di quest'organismo è previsto proprio dalla legge ponte, che sta accompagnando questo complesso settore nel processo di riforma per dotare il Friuli Venezia Giulia di una legge urbanistica più semplice e accessibile, del relativo regolamento e di un nuovo Piano territoriale strategico ed innovativo rispetto all'attuale PURG di riferimento, che risale ormai al 1978. L'assessore ha confermato quindi che il Friuli Venezia Giulia intende scindere il piano paesaggistico da quello territoriale "che vorremmo fosse uno strumento strategico, corrispondente ai presupposti di snellezza amministrativa ed in grado di favorire la copianificazione tra Regione e Autonomie locali". "Il piano paesaggistico sarà sviluppato per gradi - ha confermato l'assessore - e saranno definiti prima i vincoli poi le modalità operative per accompagnare con chiarezza le Autonomie locali in un percorso virtuoso ed evitando di sovrapporre vincolo a vincolo per non ingessare il territorio". L'assessore Seganti ha ricordato che all'incontro di Trieste, dedicato agli operatori giuliani ed isontini, ne seguirà un altro a Udine, nell'Auditorium del palazzo della Regione in via Sabbadini per quelli del Friuli e del Pordenonese e ha quindi chiesto la collaborazione di tutti, Auotomie locali e mondo delle professioni, per "centrare al meglio gli obiettivi di chiarezza, attualità e semplicità che ci proponiamo". ARC/LVZ