(ACON) Trieste, 25 lug - "Si approva una manovra di assestamento
veramente eccezionale pari a 1 miliardo e quasi 100 milioni,
distribuendo risorse in tutti i settori di competenza. Ma sulla
ripartizione si possono muovere parecchie critiche, con una serie
di raccomandazioni e aggiustamenti che l'oppozione cercherà di
promuovere attraverso gli emendamenti proposti".
Così, in una nota, il consigliere regionale Francesco Martines
(Pd) che ha proseguito sottolineando "le ridotte risorse alla
sanità, al sociale e al turismo culturale a favore delle città
d'arte e dei centri urbani, la mancanza di implementazione delle
risorse di parte corrente ai Comuni che si vedono aumentare le
uscite relative alla compartecipazione per i servizi sociali e
per la disabilità,continuando così a dover sostenere costi di
utenze sempre elevati".
"Il problema - ha proseguito il dem - è la contraddizione che
esiste sull'immissione di tanto denaro nel sistema del pubblico e
l'incapacità e l'impossibilità per i Comuni, gli Enti di
decentramento regionali e le Aziende sanitarie di poter azionare
investimenti spendendo queste ingenti risorse in tempi certi e
adeguati, con efficienza ed efficacia. I ritardi nel mettere in
moto le risorse comportano ricadute negative sull'economia
regionale: il sistema pubblico, che normalmente faceva da volano
economico di crescita quando il sistema privato era in
difficoltà, non potrà farlo a causa della mancanza di un processo
di sburocratizzazione della regione e per la grande carenza di
personale, in particolare nei Comuni, situazione che non permette
di mettere a terra con rapidità i progetti".
"A complicare ulteriormente la situazione si aggiunge il nuovo
codice degli appalti - sottolinea Martines - che il Ministero di
Salvini ha reso operativo a livello nazionale dal primo luglio.
Come correre ai ripari? Si metta mano con urgenza a un processo
di sburocratizzazione e se possibile si snelliscano tempi e modi
per appaltare le opere pubbliche. Si insista, inoltre, sui
processi di assunzione per ridare forza ai sindaci e si rimetta
in discussione la legge Roberti sulle Comunità volontarie
affinché le stesse, se incentivate, possano essere di supporto ai
piccoli e medi Comuni. Cosi facendo - conclude - si darà fiato
all'economia regionale, si creeranno nuovi posti di lavoro e
ricchezza, riducendo così le disuguaglianze che normalmente le
situazioni di crisi comportano".
ACON/COM/li