(ACON) Trieste, 20 lug - "Finalmente Danieli esce allo
scoperto. Dopo tante parole ipotetiche che si sono pronunciate in
questi mesi, oggi Benedetti dichiara che produrrà acciaio green
in Italia. Quello che si temeva da tempo, alla fine si sta
avverando. L'acciaieria progettata da Danieli e realizzata di
concerto con il capitale ucraino della Metinvest, rischia di
diventare realtà nella nostra regione e le affermazioni udite in
IV Commissione consiliare sul percorso progettuale, negate
dall'assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio
Bini, potrebbero concretizzarsi".
Così in una nota Serena Pellegrino, consigliera regionale di
Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), a seguito delle dichiarazioni in
merito alla realizzazione dell'acciaieria progettata dalla
multinazionale di Buttrio.
"Non si specifica dove verrà costruita - aggiunge Pellegrino -,
ma è ormai evidente che potrebbe essere in uno dei luoghi più
belli e sensibili, dal punto di vista ambientale, della nostra
regione. La laguna non solo è un luogo che tutti ci invidiano ma
è un territorio che, nella scala della sensibilità ambientale, è
il più a rischio, anche se fosse l'acciaieria più green della sua
generazione".
"Ormai tutto è green, pur di ottenere il semaforo verde da
qualsiasi amministrazione. Non solo: utilizzare la motivazione
che questo acciaio servirà per ricostruire la bombardata ucraina,
suona davvero come un ricatto emozionale, mentre è ormai chiaro
che, nella migliore delle ipotesi, questo vuole essere il fiore
all'occhiello da parte di Danieli per installare nella propria
regione un'acciaieria esportata ovunque. Non ci si rende conto,
invece - denuncia la consigliera di Avs -, che un'acciaieria non
è un manufatto che si può impiantare in qualsiasi luogo e che
soprattutto il suo impatto non è solo ambientale".
In conclusione, Pellegrino sollecita l'assessore Bini ponendo
alcuni quesiti: "Ci chiediamo per quanto tempo Metinvest resterà
in Italia, dopo aver deturpato il territorio o lascerà Danieli e
tutta la regione con il cerino in mano; se prenderà l'energia
elettrica necessaria per farla funzionare anche dalla vicina
centrale nucleare di Krsko, confidando nel suo raddoppio; se i
fondali del canale d'ingresso all'Aussa Corno saranno dragati e
fino a che profondità; dove verranno stoccati i fanghi di
risulta; dove verrà ricercata la manodopera dal momento che sarà
difficile reclutarla tra i cittadini del Friuli Venezia Giulia;
quanti turisti saranno disposti a vedere il tramonto da Lignano
con vista acciaieria. Questi sono solo i primi quesiti che
sottoporremo all'assessore Bini".
ACON/COM/rcm