AMBIENTE. AUDIZIONE IN IV COMM SU INTERVENTI LIVENZA E CELLINA-MEDUNA

(ACON) Trieste, 20 lug - C'è chi reclama più acqua - gli agricoltori alle prese con la siccità, i produttori di energia elettrica - e chi soprattutto la teme, leggi alla voce alluvioni. E in mezzo c'è la politica, chiamata a scegliere dove indirizzare denari per definizione sempre insufficienti a soddisfare tutte le esigenze. Era questo il macro-tema dell'audizione e delle interrogazioni al centro di una lunga e articolata seduta della IV Commissione, presieduta da Alberto Budai (Lega) con l'ausilio del vice Edy Morandini (Fedriga presidente). Un approfondimento richiesto nello specifico da Marco Putto (Patto per l'autonomia-Civica Fvg), che ha chiesto di fare il punto sugli interventi progettati in tema di approvvigionamento idrico, difesa dal rischio idrogeologico e mitigazione delle piene sui bacini del Cellina e del Meduna. Argomenti che sono andati a coincidere con i contenuti proposti dalle due interrogazioni di Nicola Conficoni (Pd), relative alla sicurezza idraulica del bacino del Livenza, al punto che l'assessore alla Difesa dell'ambiente, Fabio Scoccimarro, ha risposto contemporaneamente a entrambi i consiglieri, prima di lasciare la parola agli altri auditi - il presidente del Consorzio di bonifica Cellina Meduna, Valter Colussi, presente in aula con il suo direttore Massimiliano Zanet, e la segretaria generale dell'Autorità di bacino distrettuale delle Alpi orientali, Marina Colaizzi, in videocollegamento assieme all'ingegner Michele Ferri - dai quali sono arrivati ulteriori approfondimenti tecnici. "Nella relazione del Consorzio di bonifica - ha premesso Putto - vedo che sono stati presentati alla Regione molti progetti, per un costo totale di 1 miliardo di euro, cifra ovviamente impraticabile. Mi sembra allora importante che la Regione indichi le priorità, considerando il quadro generale che vede una crescente difficoltà ad approvvigionarsi di acqua pregiata da falde che continuano a scendere. Questa carenza di acqua ci impone anzi di ripensare il sistema delle concessioni e forse anche di finanziare nuove prospettive, cambiando il modo di fare agricoltura". Scoccimarro ha risposto in modo puntuale sulle priorità lungo le aste dei corsi d'acqua Cellina e Meduna, elencando "la realizzazione di un serbatoio a uso plurimo, elettro-irriguo e di laminazione, in località Mezzocanale sul torrente Cellina; un altro serbatoio a uso plurimo sul torrente Viellia; un serbatoio per la laminazione delle piene del torrente Meduna in località Colle; l'adeguamento dei serbatoi montani del Meduna; la sistemazione dello scarico di fondo della diga di Ponte Racli; la galleria di collegamento Ca' Zul-Ca'Selva; l'efficientamento del bacino di Maraldi; la riconversione a fini irrigui delle ex cave di Carbona a San Vito al Tagliamento e di Saletto a San Martino al Tagliamento, oltre al ripristino del volume di invaso del serbatoio di Barcis". Per quanto riguarda il finanziamento dei progetti, l'esponente di Giunta ha fatto sapere che a oggi "è stata finanziata la progettazione dell'adeguamento dei serbatoi montani del Meduna", mentre "la priorità è relativa agli interventi sulla sicurezza delle popolazioni a rischio alluvione". Sempre rispondendo a un input di Putto relativo alla possibilità di accedere ai fondi del Pnrr, Scoccimarro ha fatto sapere che "è stato segnalato all'Autorità di bacino distrettuale di Venezia l'intervento di ripristino del volume di invaso del serbatoio di Barcis". Tutti temi che, come si diceva, erano al centro anche della prima interrogazione di Conficoni, preoccupato in particolare per "la tempistica dello sghiaiamento del lago di Barcis e per le modalità di movimentazione del materiale asportato". L'assessore gli ha ricordato che gli interventi realizzati dopo l'alluvione del 2018 hanno già consentito l'asporto di circa 600mila metri cubi di materiale ghiaioso, e che nel 2023 è iniziato lo studio delle varie soluzioni per lo sghiaiamento sistematico. Va però ricordato, ha aggiunto Scoccimarro supportato dai dirigenti della Direzione Ambiente, che "ogni anno confluiscono nel lago circa 200-250mila mc di ghiaia, e proprio per ridurre i pericoli in caso di piene è stato richiesto un nuovo finanziamento al Ministero, che ha assegnato 1,9 milioni nei primi mesi di quest'anno". Il problema di Barcis è stato ripreso da Furio Honsell (Open), che ha chiesto a più riprese approfondimenti su costi e modalità di trasporto dei materiali, e da Andrea Carli (Pd), che ha notato come "200mila cubi di materiale significhino 20mila camion all'anno, circa 80 al giorno, e dunque si può ben capire la contrarietà degli amministratori locali in relazione alle conseguenze sul traffico in Valcellina". Rosaria Capozzi (M5S) ha invece chiesto chiarimenti sulla limitazione dei prelievi ai pozzi e sulle misure anti-siccità. Ancora a Conficoni, Scoccimarro ha spiegato che per l'adeguamento dello scarico di fondo della diga di Ponte Racli "è stata sottoscritta una convenzione tra l'Autorità di distretto e la società che gestisce l'impianto, per arrivare al progetto dell'intervento" mentre "per la galleria tra gli invasi di Ca' Selva e Ca' Zul l'Autorità ha affidato la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica". Quanto alla manutenzione straordinaria del fiume Meduna in prossimità della statale 13, tra i comuni di Pordenone e Zoppola, "è già stato affidato il progetto definitivo-esecutivo dell'intervento, acquisendo un finanziamento ministeriale di 2 milioni: i lavori potrebbero essere appaltati a gennaio 2024". Risposte che non hanno convinto il consigliere dem: "I fondi statali stanziati sono legati al Piano invasi del 2019 - ha detto Conficoni - e dunque ci sono voluti 4 anni per una progettazione relativa alla sicurezza dal rischio idraulico: tempi inaccettabili. Anche su Barcis c'è troppa lentezza, avremmo potuto chiedere finanziamenti nell'ambito del Pnrr, al posto del progetto dell'ovovia di Trieste". Parzialmente soddisfatto invece Conficoni per la risposta alla sua seconda interrogazione, relativa allo stato di attuazione della legge 21 del 2020 sulle grandi derivazioni idroelettriche, dopo che Scoccimarro gli aveva illustrato i contenuti di una delibera di Giunta approvata pochi giorni fa dal Cal e relativa al regolamento che fissa importi e modalità di riscossione. "Non si può non riconoscere - ha replicato l'esponente dem - che le cose vanno avanti, per quanto lentamente". ACON/FA-fc