65 milioni di investimenti. Acceso dibattito su pubblico-privato
(ACON) Trieste, 6 lug - Investimenti per 65 milioni e un
incremento della spesa corrente di 50 milioni, 10 dei quali
saranno utilizzati per ridurre le liste di attesa. Sono queste le
principali poste finanziarie della manovra estiva di bilancio nel
campo della Salute, materia di competenza dell'assessore Riccardo
Riccardi. Esaminati oggi in III Commissione, sotto la presidenza
di Carlo Bolzonello (Fp), rendiconto 2022, ddl assestamento e
Defr sono stati approvati a maggioranza grazie ai voti del
Centrodestra, con l'astensione dei consiglieri di Opposizione, al
termine di un ampio dibattito che ha visto l'intervento di undici
commissari.
Riccardi ha esposto in dettaglio tutte le novità della manovra,
dalle novità normative che amplieranno la platea dei beneficiari
dei contributi per le spese veterinarie, all'autorizzazione al
rimborso delle spese sanitarie per i cittadini stranieri extra Ue
che abbiano necessità di cure salva-vita non erogabili nel Paese
di origine.
L'azione organizzativa sui tempi di attesa - ha poi spiegato
l'assessore, introducendo uno dei temi chiave del successivo
dibattito - disporrà di un budget di 10 milioni e poggerà su una
determina della Giunta, sulla base delle proposte che perverranno
dalle aziende sanitarie: "Due gli strumenti principali per
ridurre le liste di attesa - ha detto ancora Riccardi - : il
riconoscimento di prestazioni aggiuntive al personale dipendente
della sanità pubblica, con un maggiore monte-ore, e l'utilizzo
del privato accreditato". Possibile anche il ricorso a contratti
a tempo determinato. I restanti 40,6 milioni di parte corrente
andranno a irrobustire il fondo del Servizio sanitario regionale.
I 65 milioni destinati agli investimenti serviranno invece a
realizzare "gli interventi programmati dalle Aziende, dalla
manutenzione delle strutture edilizie al rinnovo tecnologico
delle attrezzature. Incrementeremo di 1 milione il fondo attività
finanziarie, che serve a predisporre i progetti". Riccardi ha
infine accennato agli emendamenti approvati ieri in Giunta, tra i
quali il milione e mezzo che servirà a finanziare "l'accordo
sottoscritto con le farmacie per la digitalizzazione dei
punti-salute".
Ampio, come si diceva, il ventaglio delle considerazioni e delle
richieste di chiarimento, giunte tutte dai consiglieri di
minoranza. Nicola Conficoni (Pd) ha espresso preoccupazione "per
i conti in rosso delle Aziende sanitarie: si stima a fine anno un
buco di 300 milioni, mentre qui sono previsti solo 40 milioni di
risorse correnti. E anche sulle liste di attesa - ha suggerito
l'esponente dem - sarebbe meglio investire 20 o 30 milioni. Tra
l'altro, nell'ambito dei 10 milioni di finanziamento non vengono
distinte le risorse messe a disposizione per il personale
pubblico da quelle date a cliniche private e ambulatori".
Analoghe le considerazioni di Roberto Cosolini. "Non si può che
essere d'accordo su quel che viene fatto - ha premesso il
consigliere triestino del Pd - ma la preoccupazione è: queste
risorse sono sufficienti? Osservo che nel bilancio più ricco di
sempre, in cui avremo più di 6 miliardi di euro di spesa
manovrabile nel 2023, la sanità pesa oggi per il 50,6%, molto
meno del 60-65% di tante manovre del passato. E sarebbe una buona
cosa se il sistema stesse bene, ma così non è, a prescindere
dall'attribuzione delle responsabilità politiche".
Del tema liste di attesa hanno parlato anche Furio Honsell
(Open), che ha chiesto a Riccardi di ricevere dalla Giunta
informazioni sulle future scelte, lamentando il fatto "che di
questa proposta, importante, non si conoscano i tempi", e Manuela
Celotti (Pd), che si è chiesta "quali siano stati i risultati del
sovrafinanziamento al privato convenzionato deciso l'anno scorso.
Non mi pare che i problemi siano stati risolti, anzi: trasferire
risorse dal pubblico al privato significa che quest'ultimo, per
dare le prestazioni, deve assumere personale e va a prenderlo dal
pubblico, impedendogli di risolvere il nodo dei tempi di attesa".
Anche la collega di gruppo Laura Fasiolo ha auspicato un
incremento del budget di 10 milioni, raccomandando di evitare "la
fuga nel privato che svuota il servizio pubblico".
A tutti questi rilievi Riccardi ha risposto che "il problema non
è mettere 10, 15 o 20 milioni, ma cosa fare e come farlo, bisogna
mettere dei soldi che le Aziende sanitarie siano in grado di
spendere, sapendo che abbiamo davanti 4-5 mesi e dobbiamo
utilizzare le risorse in questo lasso di tempo". Quanto al
disavanzo dei conti, l'assessore ha osservato che "i meno 300
milioni derivano dal primo bilancio infra-annuale, che
rappresenta un dato iniziale e va gestito nella normale dinamica
tra chi dà i soldi e chi li deve spendere, educando il sistema a
gestire le risorse nel modo più oculato: noi sappiamo già che
avremo le misure di payback, alcune distribuzioni ancora da fare,
le quote dei maggiori oneri sui costi energetici, e solo questo
permetterà di dimezzare quella cifra, senza contare i soldi che
lo Stato deve alle Regioni per il caro energia".
Dai consiglieri sono arrivati anche altri spunti. Marco Putto
(Patto-Civica) ha chiesto e ottenuto da Riccardi una radiografia
più precisa delle spese per investimenti, che comprendono nuove
opere ma anche la copertura di interventi già previsti, oltre ad
adeguamenti tecnologici. Rosaria Capozzi (M5S) ha posto il tema
della povertà nell'era del post-reddito di cittadinanza,
criticando la riduzione dei finanziamenti al Banco Alimentare da
180mila a 150mila euro e ottenendo dall'assessore una
rassicurazione: "L'abbiamo sempre sostenuto, vedremo cosa si può
fare".
Serena Pellegrino (Avs) ha riproposto il tema a lei caro del
payback sui dispositivi medicali, chiedendo di "venire incontro
alle piccole e medie aziende che ne patiranno le conseguenze".
"Sono d'accordo sul principio, ma tecnicamente non possiamo
aiutare le aziende con un contributo puntuale", ha risposto
Riccardi, che ha invece rigettato sul nascere l'idea di
Pellegrino di "collettivizzare le scelte sulla politica
sanitaria".
L'assessore ha invece aderito alla proposta di Francesco Martines
(Pd), che traendo spunto da una considerazione di Riccardi
riportata dalla stampa, in base alla quale il sistema sanitario
regionale avrebbe bisogno di ricostruzione più che di
manutenzione, chiedeva "di coinvolgere l'intero Consiglio in
quest'opera, dal momento che all'esterno i cittadini quando
parlano di sanità guardano all'intera classe politica regionale".
Martines ha anche chiesto e ottenuto spiegazioni sul budget del
fondo per le progettazioni delle aziende sanitarie.
La già citata Celotti e Andrea Carli (Pd) hanno posto il tema
delle politiche sociali, con quest'ultimo che si è detto "stupito
del risparmio di 1 milione e mezzo sui servizi sociali, mentre le
esigenze aumentano, specie quelle legate ai minori". "Dobbiamo
dare risposte integrate - gli ha spiegato Riccardi - ma sono
d'accordo sull'opportunità di coinvolgere istituzioni locali e
sistema territoriale". Simona Liguori (Patto-Civica) ha invece
chiesto "lo stato dell'arte dell'hospice pediatrico al Burlo di
Trieste", auspicando "un rafforzamento dell'assistenza
territoriale che preveda la funzione hospice anche nelle aziende
Asufc e Asfo".
Prima del voto sui provvedimenti, c'è stato un vivace scambio di
battute tra Honsell e Riccardi a proposito dell'attività
ispettiva dei consiglieri.
ACON/FA-fc