(ACON) Trieste, 4 lug - Rinviata a novembre la discussione in
Aula sul fine vita. Lo ha deciso all'unanimità il Consiglio
regionale, presieduto da Mauro Bordin, aderendo alla proposta
formulata dall'assessore Riccardo Riccardi per conto della
Giunta. Il tema era stato sollevato da Enrico Bullian (Patto per
l'autonomia-Civica Fvg) con una mozione controfirmata da tutti i
consiglieri di Opposizione eccetto i dem Andrea Carli e Francesco
Russo.
Il testo di Bullian si propone di "garantire un percorso
oggettivo, rapido e scevro da condizionamenti esterni alle
persone che avanzano la richiesta di 'fine vita'. E di garantire
il principio di libertà di scelta, astenendosi da qualunque
intervento, anche ideologico, potenzialmente in grado di coartare
o comunque condizionare la libertà delle persone".
Nel presentare la mozione, il consigliere del Patto-Civica ha
ricordato come "il Parlamento italiano non abbia ancora
legiferato sulla questione, di fatto rischiando di compromettere
la possibilità di rendere praticabile il fine vita nonostante la
sentenza 242 della Corte Costituzionale del 2019 (detta dj
Fabo/Cappato) abbia dichiarato illegittima la norma che non
esclude la punibilità di chi agevola l'esecuzione del proposito
di suicidio di una persona affetta da patologie irreversibili,
fonte di sofferenze fisiche e psicologiche". Bullian ha ricordato
anche l'iniziativa dell'associazione Luca Coscioni, con la
proposta di legge regionale di iniziativa popolare che renderebbe
applicabile la già citata sentenza, e la recente approvazione a
larga maggioranza di una mozione di simile contenuto nel
Consiglio regionale del Veneto, votata anche dal governatore Luca
Zaia.
"In termini tecnici - ha aggiunto in aula il consigliere - stiamo
parlando di suicidio medicalmente assistito, che non è eutanasia:
ci muoviamo nell'ambito della libertà di scelta per evitare
sofferenze auto-considerate intollerabili. Applichiamo in questo
modo il principio liberale dell'autodeterminazione all'interno di
uno Stato di diritto". Bullian ha ricordato che la sentenza della
Corte Costituzionale ("che va applicata") richiede il rispetto di
tutta una serie di condizioni sottoposte alla verifica da parte
del sistema pubblico, che la scelta è reversibile fino all'ultimo
istante e che per i medici viene prevista la possibilità di
obiezione di coscienza. Il consigliere ha ricordato anche il caso
della donna di Trieste che nel 2022 chiese ad Asugi di verificare
le condizioni per il fine vita, il cui iter è diventato un caso
giudiziario, "ciò che vorremmo evitare". "Non è - ha concluso
Bullian - una questione politico-ideologica: un recente sondaggio
vedeva favorevole l'80% degli intervistati e il 50% dei cattolici
praticanti".
È stato Riccardi a esporre l'opinione della Giunta, favorevole a
un rinvio "per approfondire una materia che è molto delicata.
Suggerisco al proponente di organizzare una discussione più ampia
in III Commissione, anche con l'ascolto dei diversi portatori di
interesse: è la Commissione la sede più idonea ad affrontare
puntualmente un argomento così complesso. Garantisco - ha
concluso l'assessore alla Salute - l'impegno della Giunta ad
affrontare questo tema in modo serio".
Considerazioni rafforzate dall'intervento del governatore
Massimiliano Fedriga. "Stiamo parlando, in un senso o nell'altro,
della vita delle persone - ha osservato il presidente della
Regione - e dunque di una materia che non si può affrontare
buttando il leone nell'arena". Fedriga ha proposto di
approfondire "molti concetti, tra i quali quello della sofferenza
psicologica di cui si parla nella mozione: mi domando quale sia
il metro per stabilirla. E mi chiedo anche cosa significhi
concretamente 'scevro da condizionamenti esterni'. È una
questione che non si può semplificare in poche parole: spetta al
Consiglio regionale approfondirla".
Il primo firmatario Bullian ha chiesto a Bordin una
riprogrammazione della discussione in Aula la più rapida
possibile e alla fine, raccogliendo la proposta di mediazione di
Fedriga, si è trovato l'accordo: entro la fine di novembre, dopo
il passaggio in III Commissione, il Consiglio tornerà a occuparsi
del fine vita.
ACON/FA-fc